I De Benedetti accorciano la catena: fusione delle due holding Cofide e CIR

I De Benedetti accorciano la catena societaria. Cofide e CIR (la prima controllava la seconda al 46%), holding entrambe quotate in borsa, si fondono in una nuova società, che a sua volta si chiamerà CIR. Erano anni, ormai, che ci si aspettava una mossa del genere da parte della famiglia (proprietaria del Gruppo editoriale La Repubblica-L’Espresso, ma anche di Sogefi e Kos), soprattutto in seguito all’unione editoriale con la Itedi degli Agnelli-Elkann (i quotidiani La Stampa e Il SecoloXIX). Il presidente Rodolfo De Benedetti ha spiegato che l’ad Monica Mondardini proseguirà “il percorso di creazione di valore per tutti i soci”.

Svolta per la famiglia De Benedetti

De Benedetti, ufficializzando la fusione nella serata di lunedì, ha detto che essa rappresenta “una svolta molto importante” che consentirà al Gruppo di “semplificarne la struttura societaria e renderla coerente con l’evoluzione del mercato, nell’interesse degli azionisti di CIR e Cofide”. Le finalità di razionalizzazione dell’operazione sono l’accorciamento della catena di controllo alle società operative in linea con la best practice internazionale e “con le aspettative del mercato e delle autorità di regolazione.

In questo modo sarà più facile - ha detto il numero 1 della famiglia De Benedetti - la negoziazione delle azioni e “l’appetibilità delle stesse per gli investitori”, nonché si favorirà “la creazione di sinergie a vantaggio di tutti gli azionisti”. Non ultimo, inoltre, è il vantaggio di ridurre i costi operativi relativi al mantenimento di due holding quotate.

Il rapporto di cambio è fissato in 2,01 azioni Cofide per ogni azione della nuova CIR. Per servire il concambio, ha spiegato il Gruppo in una nota, “Cofide procederà all’aumento del proprio capitale sociale” per un massimo di 281 milioni di euro “mediante l’emissione di un massimo di 562 milioni di nuove azioni dal valore nominale di 50 centesimi ciascuna.