Chi vincerà le elezioni regionali in Molise?

Tutto è pronto per le elezioni regionali in Molise. Domenica 22 aprile si apriranno infatti le urne con i cittadini molisani che saranno chiamati a eleggere il loro nuovo governatore, che di sicuro non sarà quello uscente Paolo Di Laura Frattura (Centrosinistra) che non si è ricandidato.

La partita in Molise infatti sembrerebbe essere tutta tra il Centrodestra e il Movimento 5 Stelle ma attenzione a CasaPound: se veramente ci sarà un testa a testa, i voti della tartaruga frecciata potrebbero risultare decisivi nel dare una mano ai pentastellati.

Le regionali in Molise

Sono quattro i candidati in corsa per queste elezioni regionali in Molise che si terranno domenica 22 aprile. Vediamo allora nel dettaglio chi sono e da quali partiti o liste sono appoggiati.

• Carlo Veneziale - Partito Democratico, Molise 2.0, Molise di Tutti, Liberi e Uguali e Unione per il Molise
• Donato Toma - Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Lega Salvini Molise, Unione di Centro, Movimento Nazionale per la Sovranità, Orgoglio Molise, Popolari per l’Italia e Iorio per il Molise
• Andrea Greco - Movimento 5 Stelle
• Agostino Di Giacomo - CasaPound

Il governatore Paolo Di Laura Frattura non cercherà di ottenere un secondo mandato. Un passo indietro che alla fine ha ricompattato tutta la coalizione di Centrosinistra che, tramontata l’ipotesi Antonio Di Pietro, ha candidato l’attuale assessore Carlo Veneziale.

Una lunga discussione c’è stata anche nel Centrodestra, dove aleggia sempre l’ingombrante figura dell’ex governatore Angelo Iorio che a lungo aveva paventato una sua scesa in campo, optando alla fine (senza successo) per l’avventura delle politiche.

Non è stato facile trovare una convergenza nell’ampia coalizione, ben nove sono le liste che la compongono, con il nome del presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Campobasso Donato Toma che è riuscito a mettere d’accordo tutti.

Con Antonio Federico che è stato eletto in Parlamento, il Movimento 5 Stelle ha scelto il proprio candidato attraverso le consuete primarie: con 212 voti contro 154, Andrea Greco è riuscito ad avere la meglio sulla sfidante Patrizia Manzo.

A completare il poker degli aspiranti governatori c’è infine Agostino Di Giacomo, esponente di CasaPound che dopo alcune incertezze legate alla raccolta firme è riuscito a ottenere il via libera per essere della partita.

Chi vincerà le elezioni?

Come stabilito dalla legge elettorale alle regionali non ci sarà un ballottaggio: il candidato che domenica prenderà anche un solo voto in più degli altri, grazie al premio di maggioranza potrà così diventare il prossimo governatore del Molise.

Alla luce di questo sistema di voto e dando uno sguardo a quelli che sono stati i risultati alle politiche, verrebbe da pensare che il Movimento 5 Stelle possa ottenere una facile vittoria riuscendo così a conquistare anche la sua prima regione.

Lo scorso 4 marzo infatti i pentastellati hanno preso in Molise il 44,79%, con il Centrodestra secondo al 29,81% e il Centrosinistra fermo al 18,14%. Liberi e Uguali, che alle regionali correrà assieme al PD e al resto della coalizione, ha ottenuto il 3,71%.

Il voto in qualche modo locale però è sempre molto diverso da quello nazionale. Ecco perché i bene informati parlano di un testa a testa tra Centrodestra e Movimento 5 Stelle, con il Centrosinistra più staccato.

Toma e Greco quindi sarebbero molto vicini, ma guai a dare Veneziale per spacciato. Il Centrosinistra cinque anni fa vinse con un largo 44,70% e, anche se la guida di Di Laura Frattura non ha entusiasmato molto i molisani, la coalizione unita può fare meglio di quanto ipotizzato.

Se invece sarà una sfida all’ultima preferenza tra Centrodestra e 5 Stelle, ecco che la presenza di CasaPound potrebbe togliere voti importanti a Donato Toma anche se il partito di destra difficilmente riuscirà a superare l’1%.

Vedremo dunque come andranno a finire queste elezioni, con gli occhi di tutta l’Italia che saranno puntati sul Molise visto che il voto, arrivando nel bel mezzo delle trattative per la formazione di un governo, potrebbe condizionare la partita che si sta giocando a Roma.