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Chi è Amos Oz: scrivere per raccontare la verità

sabato 29 dicembre 2018, di Ludovica Ranaldi

Dopo una lunga lotta al tumore, si è spento lo scrittore e attivista che ha dedicato la sua vita alla scrittura per raccontarsi e dare voce alle peripezie israeliane. Ecco chi è Amos Oz, un uomo che non temeva di esporsi e di lottare.

Si tratta di una notizia che ha sconvolto il panorama letterario. Si è persa una penna capace di denunciare le ingiustizie, di pronunciarsi senza paura, di far conoscere al mondo un lato taciuto.

Chi è Amos Oz? Forza è il cognome

Nel 1939 nasce a Gerusalemme, una terra in cui lo scrittore ha visto guerra, morte e distruzione e il suicidio della madre a soli 12 anni. Sviluppa un profondo dolore che cerca di elaborare tramite la scrittura, un modo per dare vita a quanto gli è accaduto e a ciò che succede in Israele.

A 15 anni si allontana dalla città natale per andare nel kibbutz di Hulda, un luogo di associazione volontaria di lavoratori dello stato di Israele, basata su regole egualitarie e sul concetto di proprietà comune. È proprio lì che tramuta la sua identità cambiando il cognome da Klausner a Oz, un termine che significa "forza".

E come ogni israeliano, negli anni ’70 presta servizio nelle forze di difesa Israeliane. Sin dal 1967 è stato un autorevole sostenitore della soluzione dei due Stati del conflitto arabo-israeliano.

Nel frattempo, porta avanti la sua attività di autore, scrivendo libri e saggi ispirati dalla sua storia. Si legge della vita sotto il protettorato britannico, degli attacchi terroristici, della vita nel kibbutz, di pace. A tal proposito è particolarmente significativo è il romanzo autobiografico Una storia di amore e di tenebra, in cui si possono rintracciare tutti gli elementi che hanno segnato l’autore, dando vita alle sue sofferenze e alle idee politiche.

Diventa rappresentate della politica sionista e intellettuale stimato, sempre in prima linea nel pronunciarsi contro le ingiustizie e i conflitti. Ne è una testimonianza la sua ultima apparizione nel giugno 2017 sul palco di Taormina per il Taobuk Festival, in cui è stato premiato per il Literary Excellence insieme a Elizabeth Strout.

Il suo discorso si è scagliato contro l’attuale politica e l’emigrazione clandestina, due flagelli a cui l’autore ha tentato di dare ancora una volta una connotazione diversa e veritiera. Per quanto riguarda la prima ha sostenuto:

La politica si è spettacolarizzata e questo ha portato a un disastro enorme che diventerà ancora più colossale se non riusciremo a rivalutare in modo pervicace tutti i veri elementi della democrazia

Mentre sui profughi in Europa ha dichiarato:

Non dovrebbe mai esserci una situazione in cui i figli vengono divisi dai genitori. L’ultima volta che vennero separati i figli dai genitori fu nell’epoca nazista [...] Trump dovrebbe cercare di trovare una riconciliazione, di lavorare per raggiungere un equilibrio tra i paesi ricchi e quelli meno ricchi. Non ci sono alternative

Parole dure, ma che hanno espresso pienamente gli ideali e la politica laburista portata avanti negli anni da Oz. Una visione a cui non potrà essere più dato lo stesso spessore, poiché si è spento il 28 dicembre 2018 dopo una lunga lotta contro il tumore.

Ad annunciare la notizia è stata la figlia Fania con un twett:

Il mio amato padre è spirato a causa di un tumore, poco fa, dopo un rapido deterioramento, nel sonno ed in pace, circondato dalle persone che lo amavano [...] Rispettate la nostra privacy. Non potrò rispondervi. Grazie a tutti quanti lo hanno amato

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