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Maltrattamenti sugli animali: adesso scatterà il carcere

lunedì 26 giugno 2017, di Vittorio Proietti

Per i maltrattamenti sugli animali scatterà il carcere secondo una proposta del Movimento 5 Stelle approdata oggi alla Camera. Il reato è grave e le punizioni assegnate dalla Legge non sono sufficienti, il Codice Penale va aggiornato.

Il ddl sui maltrattamenti sugli animali all’esame della Commissione Giustizia alla Camera inasprisce le sanzioni per il reato punito all’Art. 544 del Codice Penale, che prevede tra l’altro sia i maltrattamenti che l’uccisione degli animali vittime dell’uomo, inserendo nuove fattispecie al reato stesso.

I maltrattamenti veri e propri possono comportare anche l’uccisione degli animali, tuttavia, la vera novità è che saranno compresi anche maltrattamenti sessuali e maltrattamenti colposi, come abbandonare il proprio cane in una macchina senza nessuna remora sugli effetti sulla sua salute.

Vediamo cosa è previsto nel ddl sui maltrattamenti degli animali presentato in Commissione alla Camera e quali pene saranno aumentate.

Maltrattamenti sugli animali: nuove fattispecie e l’arresto

I maltrattamenti sugli animali vedranno un aumento delle fattispecie di reato grazie al ddl presentato dal Movimento 5 Stelle e attualmente in esame alla Commissione Giustizia. Le sanzioni saranno appesantite, ma la vera novità sarà l’aggiunta di situazioni e circostanze finora non considerate correlate al reato e perciò non comprese nel Codice Penale.

L’Art. 544 comprenderà infatti anche le nuove fattispecie di sevizie a carattere sessuale verso gli animali. La distruzione o l’uccisione di animali di specie protette o in estinzione saranno puniti con decisione, soprattutto se commessi con esche avvelenate.

Le nuove aggravanti contempleranno circostanze come l’aver agito in presenza di minori, aver commesso maltrattamenti per scopo di lucro, oppure aver avuto una condotta particolarmente efferata e crudele.

Malgrado si tratti di animali, una condotta efferata sarà comunque punita gravemente, dato che agli animali è riconosciuto un diritto soggettivo che li rende esseri senzienti e non oggetti di scambio, come sancito nel Trattato di Lisbona e nello stesso Codice Civile italiano.

Le sanzioni sul reato di maltrattamenti aumenteranno in maniera proporzionale alla gravità della condotta: in caso di spettatori o finanziatori, anche questi saranno puniti in quanto parte attiva dei maltrattamenti, anche se indiretta.

Ciò che potrebbe fare la differenza, tuttavia, saranno le pene più severe per chi abbandona o ruba animali domestici e soprattutto il carcere per chi verrà colto in flagranza di reato di maltrattamenti.

Furto e abbandono degli animali domestici: le nuove pene

Tra i maltrattamenti sugli animali puniti dal ddl all’esame della Commissione Giustizia sono presenti anche il furto e l’abbandono: la nuova circostanza aggravante del furto andrà ad integrare l’Art. 625 del Codice Penale comprenderà anche gli animali domestici.

Il ddl inasprisce il reato di abbandono di animali, da sempre una delle cause del randagismo che può portare anche ad esiti molto pericolosi, ma ciò che colpisce di più è la modifica dello stesso Codice di Procedura Penale: in flagranza di reato sarà ammesso l’arresto.

A proposito del traffico illecito di animali domestici, cui spesso sono legati non soltanto ambienti criminali ma anche veterinari conniventi, le Forze di Polizia si doteranno di un data base di reati commessi, così da tenere un archivio di colpevoli, recidivi e nuovi criminali.

Il veterinario colto in flagranza di reato nei riguardi di maltrattamenti sarà interdetto dalla professione in modo temporaneo o perpetuo a seconda della gravità del reato compiuto.

Il traffico illecito di animali da compagnia genera un mercato in espansione che non può essere limitato se non prendendo tutte le cautele possibili, anche verso i professionisti.

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