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Università, concorso docenti truccato: i nomi si conoscevano in anticipo. La meritocrazia è un’utopia?

venerdì 24 gennaio 2014, di Vittoria Patanè

Sono centinaia i candidati che sono presentati al test di abilitazione scientifica nazionale (Asn) per ottenere una cattedra di prima fascia in Storia antica. Tra questi, studiosi di caratura internazionale con decine di pubblicazioni ed esperienze lavorative all’estero.

Ma nel nostro paese, il curriculum sembra non contare, contano invece le solite vecchie raccomandazioni, gli “agganci” e le furbate che permettono a chi non è abbastanza qualificato di far carriera alle spalle di chi ha studiato una vita intera.

È questo il sunto della storia che racconta oggi Il Fatto Quotidiano e che senza dubbio farà scalpore.

Ma vediamo di saperne di più.

Il concorso truccato

È maggio 2013 quando comincia a circolare una email contenente i nomi degli abilitati alla prima fascia (professore ordinario) in Storia Antica. I risultati della commissione esaminatrice arriveranno solo otto mesi dopo, il 14 gennaio 2014, ma i vincitori sono già noti a tutti.
La prova sta in una lista contenente 15 nominativi inviata nell’ottobre scorso al ministero dell’Istruzione e destinata al ministro Carrozza e al direttore generale per l’Università, Daniele Livon.

Ma i candidati arrabbiati decidono di porre la questione all’attenzione della stampa e il 18 dicembre spediscono la stessa lista alla redazione del Fatto Quotidiano. I giornalisti temporeggiano fino al giorno in cui la commissione esaminatrice non dirama i risultati. Poi, l’amara scoperta: i nomi combaciano tutti.

Mentre il ministero continua a tacere, il giornale pubblica alcuni stralci della lettera che spiegano la rabbia dei candidati:

“Si è verificata una situazione e, per più ragioni, di grave irregolarità: ancora prima che fosse avviata la procedura di valutazione dei candidati, già circolavano i nomi dei ‘fortunati’ che avrebbero ottenuto l’abilitazione. I sospetti sono divenuti certezza da almeno sei mesi, anche se a tutt’oggi gli esiti del Concorso di abilitazione non sono pubblici, circola la lista degli abilitati”.

E ancora:

In questo stesso periodo, è ampiamente noto che intensi sono stati i contatti tra i candidati e i loro commissari ‘sostenitori’. È facile capire che l’attribuzione dell’abilitazione non è sempre avvenuta su base meritocratica. Alcuni studiosi, con un curriculum ricco e articolato e di profilo internazionale sono stati esclusi, pur rispondendo ai criteri adottati dal Miur e dalla stessa Commissione; mentre altri, di produttività scientifica più modesta, hanno conseguito l’abilitazione”

Stretti rapporti tra commissari e tra questi e i candidati. Il Fatto segnala come il commissario esterno, fosse italiano (di norma è straniero) e per di più allievo del presidente di commissione; un altro è il relatore di tesi di uno dei vincitori, e la lista di anomalie appare lunga.

I precedenti

Ma quello di Storia antica non è l’unico concorso finito nell’occhio del ciclone. Polemiche sospetti e caos riguardano anche quelli di “Organizzazione aziendale”, “Scienze del libro e Scienze storico-religiose”, “Storia medievale” e “Sociologia”.

Insomma non è un singolo caso, ma un intero sistema che sembra non funzionare e condannare coloro che per una vita hanno fatto sacrifici in favore dei “soliti raccomandati”.

Si dirà che l’Italia è sempre stata così, che non è una novità. A questo punto però lamentarsi per la crisi, per la mancata crescita, per la disoccupazione diventa un’ipocrisia.

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