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Terzo settore e volontariato: l’economia sociale è il nuovo motore

domenica 3 agosto 2014, di Titta Trua

Secondo i dati diffusi in questi giorni da uno studio congiunto di Istat CSVnet (la rete dei Centri Servizi per il Volontariato) e la Fondazione Volontariato e partecipazione, un italiano su otto svolge un’attività di volontariato. In Italia il numero dei volontari è 6,63 milioni di persone (12% della popolazione) e ben 4,14 milioni svolge la propria attività in un gruppo o in un’organizzazione, mentre gli altri preferiscono impegnarsi in modo non organizzato.

La quota più rilevante di volontari si registra nel Nord d’Italia con una percentuale del 16% mentre al sud la partecipazione è decisamente inferiore, attestandosi sull’8,6%. La battaglia di genere la vincono in questo ambito gli uomini, che si dimostrano più attivi delle donne con una percentuale di 13% contro l’11,9%; ciò dipende da una maggiore prevalenza maschile all’interno del volontariato organizzato. In relazione alla fascia di età invece va rilevato che i volontari appartengono a quella che va dai 55 ai 64 anni, mentre rispetto alla media nazionale la presenza di giovani e anziani è inferiore. 
Più studi più fai volontariato 
Il numero dei volontari cresce con il titolo di studio e infatti vediamo dai dati dello ricerca che il 22,1% di coloro che hanno una laurea ha svolto almeno un’attività di volontariato, mentre tra coloro che hanno conseguito la sola licenza elementare la percentuale scende al 6,1%. Se infine si considera la condizione lavorativa del campione, gli occupati risultano essere i più attivi (14,8%), seguiti dagli studenti (12,9%). 

Lavorare nel Terzo Settore 
Oltre all’attività di volontariato bisogna evidenziare che il Terzo Settore si è molto sviluppato negli ultimi tempi, tanto da essere oggi una realtà economica consolidata e in continua crescita. Esistono moltissime forme organizzate che operano nel sociale e nella pubblica utilità e ognuna di esse ha una propria natura giuridica. Tutte hanno in comune l’assenza di finalità lucrative e la natura privata. Lo sviluppo di questo settore ha portato alla sua specializzazione e all’emergere della necessità di figure professionali specifiche, che si preferisce assumere per garantirsene la professionalità nel tempo. Si sono aperte quindi nuove possibilità lavorative che spaziano da figure specifiche, come quelle in campo sanitario e assistenziale, a figure più trasversali, con competenze nell’ambito del marketing e dell’organizzazione.

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