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Telecom Italia: titolo ai minimi favorisce acquisti istituzionali in vista assemblea marzo

giovedì 24 gennaio 2019, di Alessio Trappolini

Telecom Italia a prezzi di saldo fa scattare lo shopping dei grandi fondi istituzionali esteri. Dopo aver toccato i minimi storici con la sessione di mercoledì, le azioni dell’ex monopolista tlc prezzano uno sconto rispetto ai principali peer del settore che si aggira attorno al 6% sugli utili stimati di quest’anno.

Questi numeri fanno gola agli investitori interessati ad entrare in un settore che comunque presenta elementi disruptive in ottica di lungo periodo, ancor più nel caso italiano dove è ancora in ballo la disputa sulla creazione di una rete telefonica fissa unica, che nascerebbe da una fusione tra le reti attualmente di Telecom Italia e di Open Fiber.

Grandi fondi sotto traccia nel capitale di Tim

Questa mattina Il Messaggero scrive che i grandi fondi internazionali stanno approfittando della discesa del prezzo di borsa per rafforzare la posizione nel capitale della società.

In particolare il Canada Pension Plan Investment Board (Cppib) e il Ontario Teachers Pension Plan (Otpp) stanno arrotondando le rispettive partecipazioni verso quota 5%. Secondo il quotidiano romano, anche Norges Bank e Blackrock, rispettivamente quarto e quinto azionista della società per dimensione della partecipazione detenuta, sarebbero salite di peso.

Ricordiamo che a maggio, quando Elliott convinse la maggioranza degli azionisti ad appoggiare la sua maggioranza in Cda, il fondo pensione canadese Cppib votò a favore di Paul Singer e i suoi, a scapito di Vivendi, mentre il fondo pensione dell’Ontario, che aveva lo 0,4% di Tim, si era schierato nelle fila francesi.

Con gli acquisti di questi giorni la quota di entrambi i player sarebbe lievitata sotto traccia – scrive sempre Il Messaggero - con una serie di operazioni organizzate con il supporto di Bluebell Advisors, la boutique che ha seguito Elliott anche nel 2018.

Pare dunque lecito pensare che questi acquisti siano orientati all’assemblea dei soci del 29 marzo prossimo, nella quale si discuterà, fra le altre cose, di tutti i dossier sul tavolo degli amministratori, compreso lo scorporo della rete per la successiva fusione con quella di Open Fiber, e la cessione di asset non più core come Sparkle, Persidera e Inwit.

Considerato che per i grandi fondi la soglia di comunicazione alla Consob resta ferma al 5%, non sapremmo se le indiscrezioni del Messaggero saranno confermate prima dell’Assemblea. In vista di essa, però, possiamo ragionevolmente ipotizzare che il crollo dei prezzi delle azioni Tim sui minimi storici sia fra le variabili rilevanti in questo momento in vista dello scontro in Assemblea tra gli azionisti di maggioranza Elliott e Vivendi.

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