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Stati Uniti e lavoro: bene o male? Segnali contrastanti dai Non-Farm Payrolls
lunedì 7 gennaio 2013, di
Il mercato del lavoro negli Stati Uniti offre segnali contrastanti; i NFP (non-farm payrolls) riportati lo scorso venerdì ne sono la prova. Durante il mese di dicembre, negli States sono stati creati 155 mila posti di lavoro, circa 5 mila in più rispetto a quanto stimato dagli analisti. Perché, allora, si tratta di segnali contrastanti? Scopriamolo.
NFP: segnali negativi
Per il mese di dicembre, i Non-Farm Payrolls hanno riportato un valore in linea con le aspettative degli analisti (con uno scarto di sole 5 mila unità), ma il dato contestualizzato all’andamento del mercato del lavoro USA è piuttosto contrastante.
Anzitutto, la lettura dei NFP da parte del Bureau of Labor Statistics (la versione "ufficiale") ha deluso quanti si attendessero una replica dell’effetto sorpresa scatenato dai NFP di ADP (Automatic Data Processing) riportati qualche giorno prima ben al di sopra delle aspettative degli analisti.
Il dato sulla creazione di posti di lavoro dal Automatic Data Processing, infatti, ha riportato un valore di 215 mila unità contro le 134 mila stimate dagli analisti. Un dato, questo, che aveva incoraggiato molti investitori a scommettere su un esorbitante esito anche per i NFP riportati dal Labor Statistics.
Secondo elemento poco incoraggiante è che la lettura dei NFP è risultata inferiore alla media di incremento mensile per 158 mila unità registrata durante tutto il 2012. Si aggiunga, poi, che il settore pubblico registra un calo di 13 mila posti di lavoro, sottolineando tra l’altro gli effetti negativi dei tagli alle spese. Tutto sommato, dunque, i cambiamenti nel mercato del lavoro statunitense hanno permesso che il tasso di disoccupazione rimanesse al 7.8%, un dato ben lontano dal 6.5% noto ormai come il prossimo target della Federal Reserve.
NFP: segnali positivi
Per quanto riguarda gli aspetti positivi, invece, bisogna notare come la media di ore lavorative settimanali e la retribuzione oraria abbiano subito considerevoli miglioramenti: rispettivamente +0.1% e +0.3% che segnano l’incremento maggiore per tutto il 2012.
Brilla, poi, il settore privato che per il mese di dicembre registra significativi miglioramenti. Dei 168 mila posti creati dalle imprese private, 25 mila provengono dal settore manifatturiero che è probabilmente la colonna portante dell’economia statunitense. Inoltre, il dato sui NFP riportati a novembre è stato rivisto al rialzo fino alle 161 mila unità.
In conclusione, è impossibile dire che il mercato del lavoro negli Stati Uniti abbia riportato importanti miglioramenti durante l’ultimo mese del 2012, ma è altrettanto impossibile dire che sia peggiorato.
Stati Uniti e lavoro: la reazione dei mercati
La reazione dei mercati è evidente dall’analisi riportata oggi da Babypips: dopo due ore dal rilascio dei NFP, il cambio Euro/Dollaro ha guadagnato circa 50 pips. L’esito di questo market mover ha avuto un effetto piuttosto ribassista per il dollaro americano che è stato oggetto di sell-off contro le maggiori valute, compresi i "safe haven".
Questa reazione suggerisce che i mercati abbiano smesso di essere intimoriti riguardo alle possibilità che il quantitative easing finisca. Il report sulle minute del meeting Fomc sembra aver diffuso la sensazione che la Federal Reserve abbia cominciato a preoccuparsi maggiormente dell’inflazione e degli effetti che una politica a tasso zero possa avere su questi.
Al momento, però, sembra che questi timori possano essere messi da parte visto che è improbabile che la Fed decida di cambiare "andatura" proprio in questo momento, quando dagli Stati Uniti il mercato del lavoro invia evidenti segnali di mediocrità.
