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Standard & Poor’s: Crisi Eurozona, nuova recessione in arrivo per Italia e Spagna

mercoledì 26 settembre 2012, di Erika Di Dio

Nuova recessione per Italia e Spagna: lo annuncia la Standard & Poor’s, agenzia di rating americana che prevede una nuova annata in declino per i paesi dell’Eurozona.

"Recenti indicatori economici continuano a dipingere un quadro preoccupante per l’Europa", dice Jean-Michel Six, capo economista di Standard & Poor’s per Europa, Medio Oriente e Africa, "i dati confermano la nostra percezione che la regione sta entrando in un nuovo periodo di recessione, dopo tre trimestri di crescita negativa o piatta fin dall’ultimo trimestre del 2010. Ma le prospettive continuano a variare da paese a paese".

In un report di ieri, Six ha aggiunto, "In particolare, prevediamo un altro anno di crescita molto debole nel 2013 per Francia e Regno Unito e ulteriori riduzioni nella produzione per Italia e Spagna. La nuova recessione dell’Eurozona- confermata". È prevista infatti una contrazione del Pil della zona dello 0,8% nel 2012 e una stagnazione nel 2013 (da +0,3).

Italia e Spagna

I paesi maggiormente colpiti saranno Italia e Spagna: per l’Italia, ci sarà una contrazione nel 2012 da -2,1 a -2,4% e per il 2013 da -0,4 a -0,6%, il tasso di disoccupazione potrebbe arrivare al 10,7% a confronto con l’8,4% dell’anno scorso e all’11% nel 2013, per quanto riguarda l’inflazione si parla invece di un 3% quest’anno e un 2% l’anno prossimo.

Drammatica la situazione anche per la Spagna: infatti, si prevede che il Pil raggiungerà -1,4% nel 2013 e -1,8% quest’anno (e c’è da considerare che solo due mesi fa, era dello -0,6%).

Il resto d’Europa

Per quanto riguarda i cosidetti paesi "core" dell’Eurozona, notiamo che la Francia si trova in un periodo di stagnazione, anche se, secondo le ultime stime della Banque de France, il Pil in termini reali ha subito una contrazione nel terzo trimestre; in Germania, invece, l’indice IFO di agosto sulle condizioni economiche indica che la crisi nella parte meridionale dell’Europa sta ora colpendo anche l’economia più forte della regione. In paesi come Gran Bretagna e Irlanda poi, il rallentameno dell’economia è anche stato conseguenza della riduzione dei consumi privati.

Secondo le parole del capo economista Six, "La periferia dell’Eurozona non ha beneficiato, in termini di tassi d’interesse sui mercati internazionali dei capitali, dalla riduzione del deficit di governo quanto vi si aspettasse (considerato l’esempio storico della stessa situazione in Svezia negli anni ’90), ma il nuovo quadro della Banca Centrale Europea (OMT) potrebbe controbilanciarlo".

Infine, sembrano escluse da questa previsione le economie più piccole dell’Europa, come Svezia, Svizzera e Belgio, che mostrano ancora una certa resistenza.

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