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Smartphone per effettuare pagamenti: boom in Italia. E’ davvero finita l’era del contante?
venerdì 22 febbraio 2013, di
Da uno studio effettuato dall’Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano è emerso che nel corso del 2012 l’uso dello Smartphone per effettuare pagamenti è aumentato del 30% rispetto al 2011.
Il veloce boom sottolineato dallo studio è dovuto in gran parte alla possibilità di eseguire pagamenti per servizi che i cittadini sfruttano quotidianamente come i biglietti per treni o mezzi pubblici e parcheggi.
Come funzionano Sumup, Paylevel e Jusp
Prima di illustrare il funzionamento del servizio di pagamenti con smartphone c’è da dire che i concorrenti in questo mercato ancora tutto da scoprire, sono al momento tre: le tedesche Sumup e Paylevel e l’italiana Jusp.
Sumup è già attivà, la sorella tedesca è in arrivo e la nostrana Jusp sarà disponibile solo per coloro che ne avranno già effettuato il pre-ordine. Secondo le indiscrezioni pubblicate da Il Sole 24 Ore, il servizio avrà il prezzo di commissione di circa 2,70 euro, il device sarà collegato alla presa audio dello smartphone. Poi basterà inserire la carta nel lettore, digitare l’importo dalla tastiera del proprio Smartphone e concludere la transazione in sicurezza.
Cos’è NFC e come funziona
Nello studio effettuato dall’Osservatorio sono state presi in considerazione anche gli acquisti effettuati dagli smartphone tramite, ad esempio, gli Store della Apple o i cosiddetti contactless, cioè i pagamenti effettuati grazie alla tecnologia NFC.
La NFC, acronimo di Near Field Communication sviluppata da Philips, Nokia e Sony, è una tecnologia di connettività a radiofrequenza che consente la comunicazione tra dispositivi elettronici a corto raggio, cioè fino a un massimo di 10 centimetri.
Il POS Contactless è un dispositivo di ultimissima generazione che, permette di accettare transazioni attraverso il semplice avvicinamento del cellulare al lettore di cui il POS è dotato.
Per transazioni di piccolo importo, fino a 25 euro, all’utente non è richiesto di inserire alcun codice di autorizzazione al pagamento, mentre per importi oltre tale cifra è necessario inserire sul cellulare il Pin per autorizzare la transazione/operazione.
Il fatto interessante è che tale tecnologia può essere integrata all’interno della SIM, permettendo così agli operatori telefonici di inserire i servizi NFC direttamente sulla scheda stessa. Per effettuare i pagamenti, l’utente avrà bisogno di uno smartphone con chip NFC e l’integrazione di carte di credito o di debito nel dispositivo mobile.
In Italia la possibilità di usare lo smartphone come bancomat è garantita dall’intesa raggiunta a fine 2012 tra Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3g e Poste Mobile e grazie al decreto “Salva Italia” che incentiva l’utilizzo di servizi di pagamento elettronici.
Un po’ di numeri
Il servizio è partito nel 2011 con 5.000 terminali POC NFC attivi, a fine 2012 ne sono stati contati 30.000 e secondo le stime per fine 2013 il numero dovrebbe salire oltre i 170.000 device operativi.
Sempre nel 2012 si stima che gli italiani abbiano pagato oltre 700.000 ore di parcheggio con lo smartphone, più di 600.000 biglietti di pullman o tram e circa 10.000 corse di taxi. Per un totale di oltre 1 milione di transazioni di importi inferiori ai 25 euro pagati tramite smartphone.
Partendo da queste cifre l’Osservatorio prevede che entro il 2016 il valore dei pagamenti effettuati mediante Mobile Proximity Payment sarà di circa 4,7 miliardi di euro, dei quali 1,5 miliardi riguarderanno i micro-pagamenti.
Visti questi numeri e le previsioni future viene davvero da chiedersi: è finita l’era del contante?