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Scuola: sì alle benedizioni religiose. La sentenza del Consiglio di Stato
martedì 28 marzo 2017, di
Le benedizioni religiose a scuola sono ammesse: questa la sentenza del Consiglio di Stato che ribalta la sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna.
Il Tar, infatti, aveva cancellato la delibera di un consiglio d’istituto di alcune scuole di Bologna che le aveva permesse. Il Miur ha presentato ricorso al Consiglio di Stato che ha deciso di accoglierlo, rendendole legittime, ma a particolari condizioni.
Il caso aveva creato un acceso dibattito tra coloro che ritengono che la scuola debba rimanere un posto laico e chi invece sostiene la legittimità della presenza di questi tipi di riti.
La questione aveva avuto una tale risonanza da finire anche sul New York Times, anche perché negli Stati Uniti la questione dell’ingerenza della religione nella vita pubblica è molto discussa e sentita.
La questione è controversa e ha spesso diviso l’opinione pubblica anche nel nostro paese, ma il Consiglio di Stato ha preso una decisione dettata da motivazioni ben precise. Vediamola insieme.
Benedizioni a scuola: i fatti
La vicenda delle benedizioni religiose a scuola risale a due anni fa, quando alcuni parroci avevano chiesto di poter benedire per Pasqua le aule e la comunità scolastica delle scuole primarie Fortuzzi e Carducci e della scuola media Rolandino, tutte facenti parte del comprensivo 20 di Bologna.
Il consiglio di istituto - il cui presidente è Giovanni Prodi, nipote di Romano Prodi - aveva deciso di dare la propria autorizzazione al rito religioso che era stato svolto a marzo del 2015.
Il gesto ha scatenato la polemica e ha suscitato lo scontro tra laici e religiosi, come spesso accade quando si parla del tema.
A questo punto, alcuni genitori e docenti hanno deciso di presentare insieme al comitato Scuola e Costituzione un ricorso al Tar, il quale ha deciso di accoglierlo e annullare la delibera emanata dalla scuola di Bologna.
Il Consiglio di Stato dice sì alle benedizioni religiose
A questo punto il Miur aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato e dopo due anni arriva la sentenza che rende legittime le benedizioni a scuola, perché effettuate al di fuori dell’orario scolastico e facoltativamente.
I giudici del Consiglio di Stato, infatti, hanno deciso di equipare questo rito religioso alle altre attività parascolastiche. Il rito, dunque, non incidere sullo svolgimento delle attività didattiche e sulla vita scolastica, ma può essere effettuato.
Il Tar, al tempo, aveva deciso di accogliere il ricorso di genitori e insegnanti perché la scuola non può essere coinvolta in un rito che riguarda la sfera individuale di ogni individuo e che potrebbe, invece, invadere quella di chi non sposa la religione.
Il Consiglio di Stato, invece, ha deciso che le benedizioni esulano e non incidono sull’attività scolastica, come le attività parascolastiche che possono essere programmate e autorizzate in autonomia dai singoli istituti anche senza delibera.
Il rito, infatti, “ha senso in quanto celebrato in un luogo determinato, mentre non avrebbe senso (o, comunque, il medesimo senso) se celebrato altrove; e ciò spiega il motivo per cui possa chiedersi che esso si svolga nelle scuole, alla presenza di chi vi acconsente e fuori dall’orario scolastico, - queste le parole del Consiglio di Stato - senza che ciò possa minimamente ledere, neppure indirettamente, il pensiero o il sentimento, religioso o no, di chiunque altro che, pur appartenente alla medesima comunità, non condivida quel medesimo pensiero e che dunque, non partecipando all’evento, non possa in alcun senso sentirsi leso da esso”.
La decisione, quindi, sarebbe stata presa in base al principio di non discriminazione che non permette di attribuire una valenza negativa ad un’attività religiosa solo perché tale, tanto da renderla vietata o non tollerabile solo per la sua natura religiosa appunto.
I genitori e i docenti che avevano presentato il primo ricorso al Tar non sono stati felici della decisione presa dal Consiglio di Stato e hanno annunciato di volersi rivolgere alla Corte europea.
Questo per tener fede al principio di laicità dello Stato e, dunque, della scuola. Nonostante ciò, la sentenza stabilisce che le benedizioni religiose non sono più ammesse in orario scolastico e ciò vuol dire che le scuole di tutta Italia dovranno attenersi a tale decisione.
In ogni caso, viene anche da chiedersi se la decisione favorevole del Consiglio di Stato avrebbe avuto la stessa valenza qualora si fosse trattato di un’altra fede religiosa e se la reazione di dell’opinione pubblica sarebbe stata la stessa.