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Scuola, a Natale supplenti senza stipendio. L’allarme dell’Anief

lunedì 16 dicembre 2013, di Valentina Brazioli

Supplenti senza stipendio, ecco la nuova grana pronta a esplodere nella già incandescente situazione che vede coinvolta la scuola italiana, sempre più alle prese con il nodo del personale precario. A lanciare l’allarme anche stavolta è l’Anief, (Associazione professionale sindacale), che denuncia il mancato invio, da parte del Ministero dell’Istruzione, dei fondi necessari per pagare gli stipendi dei mesi di novembre e dicembre ai cosiddetti supplenti “brevi”.

Mancano i fondi per pagare novembre e dicembre

Il mistero in merito è particolarmente fitto: dove sono finiti i soldi per pagare questi supplenti? L’Anief, da parte sua, già da tempo denuncia i continui ritardi del Miur nel retribuire quanto dovuto al personale scolastico (sia docente che Ata) che ha stipulato appositi contratti per sostituire colleghi in malattia o in aspettativa. Ma stavolta siamo addirittura al paradosso: senza l’erogazione dei fondi, che doveva avvenire entro lo scorso 13 dicembre, una parte dei supplenti italiani rischia di passare un Natale a dir poco magro, senza due mensilità che spetterebbero loro di diritto, e senza neanche la percentuale di tredicesima dovuta.

Tutto rimandato a Gennaio?

Secondo l’Anief, infatti, i supplenti in questione rischiano concretamente di non vedere un euro prima di Gennaio, e devono rassegnarsi quindi a festività all’insegna del rigore. Emerge con chiarezza, quindi, il forte disagio dovuto a un’amministrazione statale sempre più in affanno nel finanziare con regolarità gli oltre 8 mila istituti scolastici italiani, e a rimetterci, come troppo spesso accade, è proprio il personale più “debole”: i cosiddetti supplenti “brevi”.

Ma i disagi non finiscono qui. Gli allarmi lanciati dall’Anief sono infatti molteplici, e dipingono una situazione della scuola italiana davvero a tinte fosche.

Italia a rischio multa per troppi precari

Sempre dal punto di vista del personale scolastico precario, infatti, l’Italia si è già vista bacchettare dall’Unione Europea, che ha aperto una procedura di infrazione proprio per abuso di contratti a tempo determinato. Ma quanti sono i precari della scuola italiana? Tanti, tantissimi: si parla addirittura di oltre 130 mila supplenti, tra docenti e personale Ata, che hanno ampiamente superato la soglia di tre anni di servizio (anche non continuativo) che viene indicata dalla direttiva 1999/70/CE come quota lavorativa minima per accedere all’assunzione a titolo definitivo. Numeri impressionanti, che denunciano la drammatica situazione dei precari nella scuola italiana, e che finirà con il condurre il nostro Paese davanti alla Corte di giustizia europea di Lussemburgo, proprio per verificare la compatibilità delle norme italiane con quelle europee.

Tagliati anche i fondi destinati agli alunni

Non mancano, infine, brutte notizie che rischiano di ripercuotersi anche sugli stessi alunni. Sempre secondo l’Anief, infatti, sono stati tagliati di ben un terzo i fondi del Ministero dell’Istruzione destinati alle attività degli alunni. A rischio, quindi, attività pomeridiane, visite culturali e progetti di vario ordine e natura.

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