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Roubini: Argentina pericoloso precedente per la Grecia

giovedì 29 novembre 2012, di Daniele Sforza

Il rischio default si allontana dall’Argentina: Buenos Aires avrà due mesi di tempo in più per difendersi dall’accusa del Tribunale di New York in merito agli 1,33 miliardi da versare al gestore di hedge fund Paul Singer. Ma per Nouriel Roubini il caso argentino va a rappresentare un precedente allarmante per Atene, che si troverebbe nella stessa situazione del Paese sudamericano.

La mancanza delle Clausole di Azione Collettiva

L’Argentina ha così scongiurato il pericolo default, almeno per i prossimi 2 mesi, ma per il professor Nouriel Roubini questo caso rappresenta un precedente molto inquietante per la Grecia.

L’analisi di Roubini si concentra sulle Clausole di Azione Collettiva, che rappresentano una specie di strumento coercitivo che obbliga i creditori privati contrari a partecipare comunque alle perdite sul debito ellenico derivate dalla sua ristrutturazione. Tali clausole, se applicate in Argentina, ne avrebbero impedito la messa in causa. Il problema, secondo Roubini, è che la maggior parte degli accordi sul debito sovrano registrati negli ultimi anni non annoverano queste clausole a favore dell’ente emittente, il che sposta i poteri sul fronte del mercato e del tribunale.
Per Roubini la soluzione poteva essere rappresentata da un’unica clausola che fosse presente in tutte le norme legali riferenti alle emissioni del debito, ma questa unica clausola, semplicemente, non c’è.

Se i primi bond erano più favorevoli ad Atene, gli ultimi bond risultano più favorevoli ai creditori, il che li potrebbe condurre alla decisione di fare causa, creando in pratica un’Argentina-bis.

Argentina che nel frattempo deve la sua momentanea "salvezza" ai cosiddetti "obbligazionisti innocenti", ai quali dovrebbe essere garantito il proseguimento dei pagamenti sugli interessi ai creditori senza attendere l’esito del ricorso legale, mentre un altro gestore di hedge fund, Brevan Howard, cercherà in ogni modo di evitare un nuovo crack del debito, accettando offerte di scambio.

Eppure l’impressione è che il default sia solo rimandato di 2 mesi: e che i venti argentini possano spirare al di là dell’Atlantico, varcare il Mediterraneo e posarsi sul territorio ellenico.

Come al solito, dalle parti d’Europa, si balla sul solito disequilibrio.

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