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Rimborso pensioni: il Governo pensa a un decreto per bloccare i ricorsi
giovedì 7 maggio 2015, di
La Corte Costituzionale ha emanato una sentenza, applicativa sin da subito, relativa al mancato adeguamento delle pensioni. A questo punto il buco che si potrebbe creare nel bilancio del Governo potrebbe oscillare dai 5 ai 16 miliardi di euro. Proprio per questo motivo gli uomini di Renzi stanno già preparando le contromosse per evitare una pioggia di ricorsi nei confronti dell’INPS.
La notizia di oggi è che l’Esecutivo potrebbe emanare un decreto legge entro la prossima settimana allo scopo di fronteggiare il problema e bloccare sul nascere le milioni di domande di ricostituzione della pensione volte ad ottenere almeno una parte dei soldi derivanti dal mancato adeguamento dal 1 gennaio 2012 fino alla data di ricostituzione e il ricalcolo dell’assegno pensionistico a partire dal mese successivo a quello di presentazione.
Secondo i calcoli degli esperti, i pensionati potrebbero ritrovarsi circa cento euro in più al mese, grazie a un aumento che non sarà solo temporaneo, ma definitivo.
Il rimborso potrebbe arrivare 4000 euro lordi (2900 netti) per un trattamento previdenziale pari a 1500 euro al mese. E più sale la cifra dell’assegno, più sale il rimborso. A questo si aggiungeranno anche gli interessi sulle somme non erogate in passato, insomma un gruzzolo niente male che potrebbe mandare a gambe all’aria i conti dell’Esecutivo.
Per far sì che ciò non avvenga, il Governo sta preparando le contromosse e già alla fine della settimana ne sapremo di più. Oltre all’ipotesi di varare un decreto che sospenda i ricorsi, un’altra possibilità è che Palazzo Chigi vari un sistema di rateizzazione triennale o quadriennale per restituire ai pensionati quanto dovuto. Questa soluzione però non risolverebbe il problema degli interessi da corrispondere agli aventi diritto, anzi farebbe addirittura lievitare la somma da sborsare.
Nel frattempo, Enrico Zanetti, sottosegretario del MEF, chiede un intervento progressivo volo a modulare l’indicizzazione della pensione superiore a 4 volte il minimo. In alternativa si potrebbe varare un metodo sì progressivo, ma basato sul reddito. Secondo il rappresentante del Ministero infatti, sarebbe:
“impensabile restituire le indicizzazioni delle pensioni di molte volte superiori alla minima, per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo solo per le fasce più basse […] Non c’è antitesi con quanto detto da Padoan. Il tema di incostituzionalità si pone perché il blocco ha riguardato anche pensioni di importo relativamente basso, il che vuol dire che il rispetto della sentenza può avvenire anche attraverso una rimodulazione di quel blocco, andando a sbloccare quelle pensioni subito sopra tre volte la minima, la soglia individuata, ma anche non andando a toccare pensioni di molto superiori”.