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Riforma pensioni, ultime notizie: flessibilità in uscita, dal 2017 arriva RITA

martedì 20 dicembre 2016, di Stefania Manservigi

Diverse novità per quanto riguarda la flessibilità in uscita nella riforma delle pensioni.
A partire dal 2017, infatti, tutti coloro che vogliono andare in pensione anticipata oltre ad usufruire dell’Ape potranno fruire anche della nuova RITA (rendita integrativa temporanea anticipata).
La misura, nello specifico, consente ai lavoratori iscritti a un fondo previdenziale di tipo privato di anticipare l’erogazione della pensione integrativa in attesa di raggiungere l’età pensionabile.
Oltre all’Ape, quindi, nella riforma delle pensioni è stata inserita una nuova misura che offre sostegno a tutti i lavoratori che desiderano andare in pensione anticipata.
Vediamo di seguito tutto quello che c’è da sapere a riguardo e le novità.

Riforma pensioni, chi può usufruire di RITA? I requisiti
I requisiti richiesti per poter usufruire della nuova misura che riguarda la flessibilità in uscita, la RITA, sono gli stessi richiesti per l’Ape.
Potranno, quindi, usufruire della RITA i lavoratori in possesso dei seguenti requisiti:

  • 63 anni di età;
  • 20 anni di contributi versati;
  • pensione corrispondente ad almeno 1,4 l’importo del trattamento minimo Inps (circa 700 euro lordi al mese).

Riforma pensioni: RITA, come funziona?
La nuova misura RITA consente a chi ne usufruisce di ricevere in tutto o in parte la prestazione maturata presso fondi di previdenza complementare, come rendita temporanea fino al conseguimento del requisito di accesso nel sistema pensionistico obbligatorio. Tale possibilità viene concessa nei casi in cui il rapporto di lavoro sia cessato.
A tal proposito sono previsti anche degli incentivi fiscali: alla parte imponibile della RITA verrà applicata una tassazione con aliquota del 15% che viene ridotta del 2% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di iscrizione, fino a un totale di 6 punti percentuali. Ciò significa che verrà applicata una ritenuta con aliquote comprese tra il 9% e il 15%.

Riforma pensioni: per usufruire della RITA il lavoratore deve chiedere l’Ape?
Il lavoratore che decide di usufruire della RITA non è obbligato, al contempo, a fare domanda di accesso per l’Ape volontario. Sarà quindi possibile ottenere l’erogazione anticipata della rendita integrativa senza dover sottoscrivere l’adesione all’anticipo pensionistico introdotto con la riforma delle pensioni. Si tratta di una novità, questa, di fondamentale importanza per tutti i lavoratori.

Riforma pensioni: chi rimarrà escluso dalla RITA?
Come abbiamo accennato più sopra, potranno accedere alla RITA tutti coloro che hanno maturato i requisiti di accesso per l’Ape. La novità da segnalare è che la misura sarà disponibile sia per i lavoratori del settore privato sia per i lavoratori del settore pubblico purché abbiano aderito a fondi pensione o piani individuali pensionistici. Saranno invece esclusi dalla RITA tutti coloro che hanno aderito a fondi preesistenti (istituiti prima del 1993) in regime di prestazione definita: per tali fondi, infatti, l’erogazione anticipata della prestazione potrebbe avere effetti negativi sull’equilibrio attuariale delle rispettive gestioni.

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