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Riforma pensioni: giovani, esodati e donne, le richieste di Damiano
martedì 2 gennaio 2018, di
Dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2018, che ha determinato gli impegni di spesa per il prossimo anno in campo previdenziale e gli interventi da porre in essere, torna a parlare Cesare Damiano, che commenta le ultime novità sulle pensioni.
Che la riforma delle pensioni ideata negli ultimi due anni, tra nuove misure e correttivi, abbia lasciato aperti molti dei problemi creati con la Legge Fornero non è una novità: quello degli esodati resta un problema attuale, nonostante le otto salvaguardie predisposte dal Governo, come anche quello delle lavoratrici donne che, penalizzate dall’aumento dell’età pensionabile (da quest’anno parificata a quella degli uomini) chiedevano misure di pensione anticipata più consistenti.
Resta poi il problema dei giovani che ricadono nel sistema contributivo che, a causa delle carriere professionali discontinue, rischiano di trovarsi ad andare in pensione a tarda età, percependo assegni da fame.
Tutti problemi noti, che hanno portato anche alla spaccatura del fronte sindacale, con la Cgil che non ha firmato l’accordo. Problemi sui quali è tornato proprio il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, che ha puntato l’attenzione su tutto il lavoro che dovrà essere fatto in proposito.
Riforma pensioni: giovani, esodati e donne, le priorità evidenziate da Damiano
La modifica della Legge Fornero dovrà essere uno degli obiettivi della prossima legislatura.
A ribadirlo è Cesare Damiano, da sempre attento al tema delle pensioni, che ha tirato un bilancio delle riforme predisposte negli ultimi anni:
"L’azione riformista che abbiamo intrapreso dal 2012, dopo la realizzazione di ben 8 salvaguardie, Opzione Donna e l’APE sociale, andrà proseguita. Con queste scelte legislative circa 250.000 lavoratori sono stati ‘salvati’ e mandati in pensione con le vecchie regole”.
In una nota Damiano spiega come i correttivi predisposti nell’ultima Legge di Bilancio siano
"segnali positivi, ma non sufficienti che dovranno proseguire necessariamente nella prossima legislatura per sanare quell’ampia frattura sociale generata con la Riforma Fornero".
E ancora:
“I prossimi obiettivi, realistici e non demagogici dovranno essere: rendere strutturale l’Ape sociale, realizzare la pensione contributiva di garanzia per i giovani, rivedere i meccanismi dell’innalzamento dell’età pensionabile, allargare ulteriormente le categorie dei lavori gravosi (come non includere, ad esempio, i ceramisti che svolgono una attività che contiene molte mansioni usuranti: lavoro notturno, ritmi da catena di montaggio, esposizione al caldo e rischio di silicosi)”.
Infine un richiamo anche alla situazione delle donne e degli esodati: la strada intrapresa, infatti, va
"completata riprendendo il discorso delle risorse stanziate e non spese per le salvaguardie e Opzione Donna”.
Riforma pensioni: per i giovani pensione di garanzia?
La situazione dei giovani è stata anche uno dei punti sui quali la Cgil ha puntato l’attenzione, chiedendo al Governo la predisposizione di una pensione di garanzia per garantire a tutti un importo base.
Proprio per i giovani il Governo aveva pensato nelle scorse settimane ad un incremento della quota di cumulabilità tra l’assegno sociale e la pensione contributiva in modo da garantire, ai lavoratori sprovvisti di altri redditi, un assegno minimo di circa 675 euro mensili. A questa misura si sarebbe aggiunta una revisione al ribasso dell’importo soglia richiesto per accedere alla pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi unitamente a 20 anni di contributi, che sarebbe passato da 672 euro al mese a 537 euro. Tuttavia nella Legge di Bilancio 2018 non ha trovato spazio nessuna di queste misure.