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Riforma delle pensioni 2015: Poletti rilancia sulla flessibilità in uscita, restano i nodi della class action sui rimborsi e dei quota 96

giovedì 4 giugno 2015, di Simone Casavecchia

La riforma delle pensioni, soprattutto dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha reputato illegittima la parte della legge Fornero relativa al blocco della rivalutazione delle pensioni e il decreto del Governo che ha parzialmente sanato questa falla, continua comunque a rimanere un tema molto caldo e dibattuto.

Cresce, infatti, la consapevolezza dell’Esecutivo circa la necessità di un intervento organico nel comparto della previdenza e non si placano le proteste delle parti sociali e dei partiti di opposizione sul provvedimento del Governo relativo ai rimborsi delle pensioni. Ecco quali sono le ultime novità.

Riforma delle pensioni con flessibilità in uscita
Intervenuto a un convegno della Uil. il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha rilanciato l’ipotesi di una riforma delle pensioni che assuma come proprio asse portante il principio della flessibilità in uscita ossia una riduzione dell’importo della pensione in cambio di un anticipo sull’età del pensionamento:

"stiamo studiando un tema di staffetta generazionale per connettere l’entrata di giovani nel processo produttivo all’uscita di chi è vicino alla pensione (...) La nostra volontà è questa anche se è difficile da attuare, bisogna trovare una modalità"

La flessibilità in uscita dovrebbe servire a favorire il ricambio generazionale e l’intervento di riforma delle pensioni potrebbe, ragionevolmente, essere inserito nella prossima Legge di Stabilità anche se il nodo da risolvere rimane quello della quadratura dei conti:

"bisogna trovare un punti di equilibrio tra le condizioni della finanza pubblica, i vincoli che abbiamo e la necessità di fare un’operazione equa e coerente. È un’operazione complessa ma la faremo"

Class Action su rimborsi pensioni
Altro fronte caldo rimane quello dei rimborsi sulle pensioni non rivalutate: il decreto del Governo è stata una soluzione solo parziale che ha risarcito solo parzialmente i pensionati interessati dal blocco dell’indicizzazione stabilito dalla Legge Fornero. Proprio per questo sindacati e opposizioni hanno colto l’occasione per attaccare il Governo, esigendo rimborsi pieni per tutti i pensionati. Lo stesso segretario Generale della UIL, Carmelo Barbagallo ha spiegato che

"o faremo ricorso a ulteriori azioni di legge e sto cercando di capire anche se sia necessaria una class action"

Quota 96
Con la ripresa del dibattito parlamentare sul ddl scuola, è tornata alla ribalta anche la questione dei Quota 96, ovvero di quei 4000 dipendenti della scuola che doveva poter usufruire della possibilità di andare in pensione a quota 96 (somma di età anagrafica e contributiva) e che, invece, per effetto della riforma Fornero, hanno dovuto prolungare il servizio per accedere alla pensione, perché per essi non era stato considerato il fatto che l’anno lavorativo si chiude ad Agosto e non a Dicembre, come avviene per tutte le altre categorie.
Nonostante gli scioperi e le proteste, la questione dei quota 96 è ancora a un punto morto ma potrebbe presto essere affrontata dal Governo, non appena si sarà chiusa la questione dei rimborsi.
Anche se molti di tali lavoratori hanno già avuto accesso alla pensione o lo faranno il prossimo settembre, per tutti i lavoratori che ancora sono in servizio, proprio il dibattito parlamentare sul ddl scuola potrebbe portare all’inserimento di una norma ad hoc nella riforma del sistema scolastico che preveda una deroga alla riforma Fornero, per i quota 96 ancora in servizio.

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