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Riforma della scuola, previsto sciopero il 5 maggio. Ecco chi protesta e perché

lunedì 4 maggio 2015, di Stefania Manservigi

E’ stato indetto per martedì 5 maggio lo sciopero che bloccherà il mondo della scuola in risposta alla riforma dell’istruzione studiata dal governo Renzi.
Nonostante il Presidente del Consiglio in occasione del discorso di chiusura della Festa dell’Unità a Bologna si sia detto disponibile a discutere sulla riforma il movimento di protesta non si è arrestato, ed è previsto per la giornata di domani lo sciopero che coinvolgerà, appunto, il mondo della scuola.
Ma chi sciopera? Quali sono i motivi della protesta?

Riforma della scuola, chi sciopera
All’inizio lo sciopero era stato indetto dai Cobas per le scuole elementari e dell’infanzia ma pian piano hanno aderito anche Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda coinvolgendo in questo modo lavoratori in servizio in scuole di ogni ordine e grado.
L’ultima protesta che aveva coinvolto le principali sigle sindacali contro un provvedimento del governo risale al 2007.

Riforma della scuola, lo sciopero
Il numero di adesioni allo sciopero è molto alto. Sono centinaia le scuole che domani potrebbero rimanere chiuse mentre dove sarà presente personale a sufficienza sarà garantita solo la sorveglianza.
In molte città sono previsti cortei mentre in altre, e più precisamente a Torino, Bologna, Firenze, Cagliari e Catania, si svolgeranno manifestazioni organizzate dai Cobas che il 6 e il 12 maggio sciopereranno di nuovo contro l’Invalsi.

Riforma della scuola, quali sono i punti contestati?
Ma quali sono i punti della riforma che vengono contestati?
I sindacati sono innanzitutto contrari al potenziamento del ruolo del dirigente scolastico che potrà assumere direttamente i docenti consultando un apposito albo. La previsione sarebbe incostituzionale in quanto violerebbe l’art. 97 della Costituzione.
A essere contestato è anche il taglio delle risorse per la scuola pubblica e il finanziamento della scuola privata.
Inoltre secondo i sindacati le 100mila assunzioni di precari, come annunciate dal Governo, sarebbero in realtà soltanto 40mila e non scatterebbero subito ma solo a chiamata da parte dei presidi.
I sindacati sono inoltre contrari al test Invalsi in quanto penalizzerebbe le forme più creative e personali di studio.

Riforma della scuola, cosa viene richiesto?
Con lo sciopero che andrà in onda domani in tutta Italia i sindacati mirano ad ottenere principalmente due cose: il ritiro in blocco del disegno di legge e un decreto d’urgenza per immettere in ruolo tutti i precari della scuola.
Ciò dimostra che, nonostante l’apertura di Renzi a poter discutere il merito della riforma, i sindacati sono decisi ad andare avanti nella strada della protesta.

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