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Reinhart-Rogoff: critiche agli economisti. Ecco tre grossi errori
giovedì 18 aprile 2013, di
Nel 2010, gli economisti Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff hanno pubblicato un documento, "Growth in a time of debt" (Crescita in tempo di debito). Il loro "risultato principale è che ... i tassi di crescita mediana per i paesi con debito pubblico superiore al 90% sono all’incirca dell’1% più bassi; i tassi di crescita media sono molto più bassi". Infatti, i Paesi con un rapporto debito/Pil sopra il 90% hanno un tasso di crescita medio leggermente negativo.
Questa è stata una delle statistiche più citate nel dibattito pubblico durante la Grande Recessione. Il bilancio "Path to Prosperity" di Paul Ryan afferma che il loro studio "ha rilevato una schiacciante prova empirica secondo cui un debito superiore al 90% dell’economia ha un significativo effetto negativo sulla crescita economica". Il comitato di redazione del Washington Post la prende come una visione economica di consenso, affermando che "il rapporto debito-PIL potrebbe continuare ad aumentare e mantenersi pericolosamente vicino alla soglia del 90% che gli economisti considerano come una minaccia per la crescita economica sostenibile".
Ciò è definitivo? Una risposta è stata quella di sostenere che la causalità è in ordine inverso, o che è la crescita più lenta a portare a rapporti debito/Pil più elevati. Josh Bivens e John Irons hanno portato questo caso all’Istituto di Politica Economica. Ma questo presuppone che i dati siano corretti. Fin dall’inizio ci sono state lamentele secondo cui Reinhart e Rogoff non stessero rilasciando i dati per i loro risultati (ad esempio, Dean Baker). So di diverse persone che hanno cercato di replicare i risultati e non hanno fatto altro che sbattere la testa a destra e sinistra - era impossibile.
Secondo studio
In un nuovo documento, "Does High Public Debt Consistently Stifle Economic Growth? A Critique of Reinhart and Rogoff" (L’alto debito pubblico reprime consistentemente la crescita economica? Una critica di Reinhart e Rogoff), Thomas Herndon, Michael Ash, e Robert Pollin della University of Massachusetts, replicano con successo i risultati. Dopo aver cercato di replicare i risultati Reinhart-Rogoff e non esserci riusciti, si sono messi in comunicazione con loro e questi ultimi si sono mostrati disponibili a condividere i propri dati. Questo ha permesso a Herndon e agli altri di vedere come sono stati costruiti i dati di Reinhart e Rogoff.
Spiccano tre questioni principali.
- In primo luogo, Reinhart e Rogoff escludono selettivamente anni di alto debito e crescita media.
- In secondo luogo, usano un metodo discutibile per ponderare i paesi.
- In terzo luogo, sembra anche esserci un errore di codifica che esclude i paesi ad alto debito e crescita media.
Tutto questo è a favore della loro causa, e senza di essi non si ottiene il loro risultato controverso. Cerchiamo di approfondire ulteriormente.
Esclusioni selettive
Reinhart-Rogoff utilizzano gli anni 1946-2009 come periodo, con la differenza principale tra i paesi nel loro anno di partenza. Nel loro insieme di dati, ci sono 110 anni di dati disponibili per i paesi che hanno un rapporto debito / PIL superiore al 90% ma usano solo 96 di quegli anni. Il documento non ha rivelato quali anni sono stati esclusi o perché.
Herndon-Ash-Pollin hanno scoperto che gli economisti hanno escluso l’Australia (1946-1950), la Nuova Zelanda (1946-1949), e il Canada (1946-1950). Questo ha conseguenze, in quanto questi paesi hanno alti debiti e una crescita solida. Il Canada aveva un rapporto debito-PIL di oltre il 90% durante quel periodo e il 3% di crescita. La Nuova Zelanda aveva un rapporto debito / PIL di oltre il 90% negli anni 1946-1951. Se si utilizza il tasso medio di crescita per tutti questi anni è del 2,58%. Se si utilizza solo l’anno scorso, come fanno Reinhart-Rogoff, ha un tasso di crescita del -7,6%. Questa è una grande differenza, soprattutto considerando come i paesi vengono ponderati.
Ponderazione non convenzionale
Reinhart-Rogoff dividono gli anni dei Paesi in segmenti di debito/Pil. Prendono poi la crescita reale media per ogni paese. Quindi, il tasso di crescita dei 19 anni in cui il Regno Unito ha un rapporto debito/Pil superiore al 90% viene calcolato in una media in un unico numero. Di questi numeri viene poi fatta una media, ugualmente per paese, per calcolare il peso di crescita media del Pil reale.
Facciamo un esempio. Il Regno Unito ha per 19 anni (1946-1964) un rapporto debito/Pil superiore al 90%, con un tasso di crescita medio del 2,4%. La Nuova Zelanda ha un anno in quel range con rapporto debito/Pil sopra il 90% e un tasso di crescita del -7,6.%. A questi due numeri, 2,4 e -7,6%, viene dato lo stesso peso nel calcolo finale, in quanto essi calcolano la media dei paesi in maniera omogenea.
Questa ponderazione riduce significativamente la media; se fai un calcolo per il numero di anni ti ritrovi con un tasso di crescita più elevato superiore al 90%. Reinhart-Rogoff non discutono di questa metodologia nel loro documento.
Errore di codifica
Come dicono Herndon-Ash-Pollin, "Un errore di codifica nel foglio di lavoro RR esclude interamente cinque paesi, Australia, Austria, Belgio, Canada, e Danimarca dall’analisi. [Reinhart-Rogoff] hanno calcolato la media delle celle nelle righe 30-44 invece che 30-49 ... Questo errore del foglio di calcolo ... è responsabile di un errore di -0,3 punti percentuali nella crescita media del PIL reale pubblicata da RR nella categoria con più alto rapporto debito pubblico/Pil". Il Belgio, in particolare, ha per 26 anni un rapporto debito-PIL superiore al 90%, con un tasso medio di crescita del 2,6%.
Ecco l’Excel digitale. Potete vedere che mancano dei dati nei box blu:
Questo errore è necessario per ottenere i risultati che hanno pubblicato, e potrebbe spiegare perché è stato impossibile per altri replicare questi risultati. Se questo errore si rivela essere un errore effettivo commesso da Reinhart-Rogoff, beh, spero solo che i futuri storici si renderanno conto del fatto che uno dei principali punti empirici che ha fornito la base intellettuale per il movimento globale verso l’austerità dal 2010 in poi, si è basato su qualcuno che accidentalmente non ha aggiornato una riga su Excel.
Quindi cosa concludono Herndon-Ash-Pollin? Hanno scoperto che "il tasso medio di crescita del PIL reale per i paesi con un rapporto debito/Pil di oltre il 90% è in realtà del 2,2%, non del -0.1% come ha affermato la coppia Reinhart-Rogoff".
Questa dimostra anche che si dovrebbero rilasciare i dati on-line, in modo che possano essere adeguatamente controllati. Ma oltre a questo, guardando attraverso i dati e quanto essi possano crollare a causa di questa o quella ipotesi, diventa abbastanza chiaro che non c’è nessun numero magico là fuori. Il debito deve essere pensato come una risposta alle circostanze contingenti in cui ci troviamo, con la disoccupazione di massa, e un divario tra ciò che produciamo e ciò che siamo. Il passato ci guida, ma finora non è riuscito a fornire la prova di un limite d’emergenza. In realtà, ci dice che un deficit più grande in questo momento ci sarebbe di grande aiuto.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Next New Deal |