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Produttività: accordo tra CISL e CGIL sempre più distante
lunedì 19 novembre 2012, di
Una firma unanime dell’accordo Produttività da parte dei sindacati sembra un’eventualità sempre più lontana dopo la lettera della Camusso di venerdì scorso.
La Cisl di Bonanni ha formalizzato il proprio sì all’accordo già nei giorni scorsi mentre UIL, malgrado la propensione a firmare, si riunirà in consiglio nella giornata odierna per discutere la propria posizione. Sempre più lontana la CGIL.
L’eventualità di arrivare ad una firma condivisa preoccupa solo parzialmente il PD: si tratterebbe, infatti, di un evidente passo indietro rispetto al traguardo che si era raggiunto con l’accordo a firma di tutti del 28 giugno 2011.
La posizione della CISL
La Cisl subito dopo la lettera della Camusso aveva rimarcato la propria propensione alla firma, prendendo così netta distanza della Cgil. Il sindacato di cui è leader Bonanni ha formalizzato quasi subito il proprio sì, facendone una questione di coerenza e responsabilità.
UIL
Piu cauto il sindacato di Angeletti: la Uil, infatti, ha mostrato da subito una distanza notevole rispetto alle posizioni della Camusso, pur non esprimendo una totale aderenza all’accordo. In particolare, la presa di posizione delle imprese che hanno puntato i piedi con un secco “prendere o lasciare” può aver infastidito i vertici del sindacato. Per chiarire la propria posizione e formalizzare una risposta all’accordo la Uil ha decretato un incontro della segreteria in data odierna (lunedì 19 novembre).
L’accordo sulla produttività
Il testo dell’accordo occupa dieci cartelle, snodandosi lungo sette punti chiave e una premessa. Al suo interno si affrontano temi caldi come la detassazione dei salari di produttività, il cuneo fiscale e la rappresentanza. Eccone una brevissima sintesi.
– Si richiede una detassazione con imposta stabile al 10% per i salari di produttività per i soggetti con reddito inferiore ai 40.000 euro lordi.
– Applicazione di uno sgravio alla contrattazione di secondo livello.
– Riduzione del cuneo fiscale in seno allo sviluppo di una riforma strutturale del sistema contributivo, percepito come inefficiente e poco equo.
– Maggior margine di manovra nei contratti nazionali del lavoro in relazione alla contrattazione di secondo livello.
– Raggiungimento, entro fine anno, di un accordo che permetta la finalizzazione delle posizioni riguardanti la rappresentanza come prefigurato nell’accordo del 28 giugno 2011.
– Perseguimento di una politica volta all’incentivazione dell’adozione di forme previdenziali complementari, come l’azionariato volontario dei dipendenti, attraverso l’esercizio della delega da parte del Governo in quanto previsto, con ampia condivisione tra le parti sociali, in seno alla riforma del mercato del lavoro.
– Rivalutazione della formazione: valorizzazione del sapere tecnico/professionale, perseguimento di una miglior coordinazione tra formazione pubblica e privata e agevolazioni per i soggetti in cassa integrazione o mobilità.
– Accento sulla solidarietà intergenerazionale al fine di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro ai giovani agevolando il percorso verso il pensionamento.
– Maggiore libertà nella contrattazione collettiva e piena autonomia in relazione a materie fino ad oggi regolamentate dalla legge.