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Prezzo del petrolio incerto, pesa la tensione tra Iran e Arabia Saudita. Cosa aspettarsi ora?
mercoledì 6 gennaio 2016, di
Il prezzo del petrolio torna a scendere, aggiungendo altra indecisione sul movimento della quotazione dell’oro nero. Nella prima sessione del 2016, il prezzo del petrolio ha continuato ad oscillare sulla scia del conflitto in Medio Oriente tra Arabia Saudita e Iran e delle forti preoccupazioni sull’eccesso di offerta a livello mondiale.
La rottura dei rapporti diplomatici tra musulmani sunniti controllati dall’Arabia Saudita, insieme ad alleati come Bahrain e Sudan, e i rivali sciiti iraniani è stata innescata dalla uccisione di un esponente religioso sciita, che ha generato altri disordini e attacchi terroristici.
In un contesto del genere, di solito, il prezzo del petrolio tende a salire grazie al crescere dei timori sulla produzione nel Golfo Persico, la regione produttrice di petrolio più vasta del mondo.
Ma i prezzi del petrolio continuano ad oscillare freneticamente.
Prezzo del petrolio: le reazioni allo scontro Iran-Arabia Saudita
I prezzi sono effettivamente saliti in un primo momento: il West Texas Intermediate statunitense è salito del 3,4 per cento nella sessione asiatica di lunedì, mentre la controparte internazionale Brent ha rimbalzato del 2,4 per cento a circa 38 dollari al barile.
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Il rally del prezzo del petrolio si è però esaurito presto durante la sessione europea, spingendo i prezzi in territorio negativo, per poi far ripartire il rialzo spingendo il Brent verso i 39 dollari al barile nel pomeriggio.
Successivamente, di nuovo, l’entusiasmo è diminuito e il prezzo del petrolio è tornato a scendere durante la sessione statunitense. Il Brent ha toccato 36,85 dollari al barile, mentre questa mattina a Londra ha oscillato intorno ai 37$.
Prezzo del petrolio senza direzione: le cause
Uno dei motivi per cui il rialzo dei prezzi del petrolio non è durato è che il rally è stato pompato dalle coperture short con gli hedge funds e altri gestori di fondi - che erano posizionati su un ulteriore ribasso dei prezzi - che hanno subito modificato il proprio posizionamento.
Gli investitori istituzionali, però, rimangono convinti che i problemi in Medio Oriente non avranno alcun impatto sull’eccesso di produzione mondiale attualmente in corso.
Infatti, alcuni scommettono che potrebbero peggiorare la situazione intaccando la potenza dell’OPEC, cartello economico sul petrolio di cui sia l’Arabia Saudita che l’Iran sono membri d’alto livello, necessaria per l’attuazione di strategie mirate sui prezzi del petrolio.
Petrolio, Iran e Arabia Saudita: cosa aspettarsi ora?
Nel complesso, l’oscillazione senza sosta del prezzo del petrolio dimostra che le tensioni nel Golfo Persico non sono più una fonte infallibile di aumento dei prezzi in un contesto in cui il mercato è vicino a livelli record di stoccaggio di barili di petrolio e in cui gli Stati Uniti continuano a produrre in eccesso.
Tuttavia, gli investitori sono pronti a reagire se la produzione subirà davvero un rallentamento a causa dello scontro tra Arabia Saudita e Iran.
Uno shock sui livelli di produzione attuale potrebbe far salire rapidamente i prezzi del petrolio.