Prezzo del petrolio in aumento: previsto calo di produzione negli USA, dollaro debole

I prezzi del petrolio sono in aumento martedì grazie al dollaro statunitense più debole e le aspettative di un calo imminente della produzione di petrolio degli Stati Uniti.

Il biglietto verde è sceso contro le altre principali valute forex subito dopo la pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio più deboli del previsto negli Stati Uniti.

Il petrolio è scambiato in dollari e diventa più conveniente per gli acquirenti che utilizzano le valute estere per l’acquisto, quando il dollaro si indebolisce.

I prezzi del petrolio sono sostenuti inoltre dalle previsioni rilasciate lunedì dalla Energy Information Administration (EIA) degli USA, secondo le quali la produzione totale di petrolio greggio nelle sette regioni chiave di estrazione dello shale oil negli Stati Uniti diminuirà di 57.000 barili al giorno nel mese di maggio rispetto ad aprile.

Gli analisti avvertono, però, che questa riduzione non sarà sufficiente a compensare l’eccesso di offerta di petrolio a livello globale. Il greggio ha dimezzato il suo valore dalla scorsa estate a causa dell’aumento dell’offerta e della domanda stabile.

Il greggio con consegna a maggio è recentemente aumentato di 72 centesimi, o 1,4%, a 52,63 dollari al barile sul New York Mercantile Exchange.

Il Brent, benchmark a livello globale, è aumentato di 13 centesimi, o 0,2%, a 58,03 dollari al barile sull’ICE Futures Europe exchange.

Il rallentamento della produzione di petrolio degli Stati Uniti è la notizia che più di altre è sotto valutazione sul mercato, riferisce un analista della Standard Chartered.

"Siamo convinti che la produzione di petrolio shale oil negli Stati Uniti sia già in calo e che il numero correnti di impiant i comporterà un calo mese su mese che supererà 70.000 barili al giorno entro giugno"

riferisce Paul Horsnell, responsabile della ricerca delle materie prime alla Standard Chartered.

Tuttavia, il calo previsto della produzione degli Stati Uniti non sarà sufficiente a bilanciare l’eccesso di offerta globale, come riportano gli analisti della Commerzbank.

"Rispetto all’attuale eccesso di offerta ad un massimo di due milioni di barili al giorno ... questo sarebbe che una goccia nel mare"

scrive la banca in una nota.

Gli operatori di mercato si aspettano un paio di settimane di aumento delle scorte di petrolio degli Stati Uniti dato che l’offerta continua a superare la domanda, mantenendo i prezzi del petrolio statunitense sotto pressione.

Il mercato rimane in attesa della pubblicazione dei dati riguardo le giacenze di petrolio da parte dell’ EIA mercoledì.

Puoi seguire i risultati del dato, che come noto ha un impatto significativo sui movimenti dei prezzi del petrolio, sul Calendario Economico aggiornato in tempo reale.

Nel frattempo, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio - OPEC - ha ribadito nel suo bollettino mensile di lunedì che non essere disposta a tagliare la produzione a meno che i produttori al di fuori del cartello petrolifero non facciano lo stesso.

L’OPEC ha deciso nel mese di novembre di mantenere il suo obiettivo di produzione a 30 milioni di barili al giorno, nonostante l’eccesso di offerta di petrolio globale.

L’ultimo bollettino OPEC espone "in termini molto chiari la posizione dell’organizzazione per quanto riguarda il controllo della produzione," scrive David Hufton della PVM in una nota.

Nonostante siano state effettuate varie richieste negli ultimi mesi da parte di vari membri dell’OPEC affinché si cedesse a tagliare la produzione, "al momento e in modo chiaro il mercato non vede alcuna possibilità che questo accada", ha detto Hufton.