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Prezzo del petrolio torna ai massimi del 2016, ma Arabia e Iran minacciano il rally
mercoledì 27 aprile 2016, di
Il prezzo del petrolio torna a toccare i massimi del 2016: sul finire della sessione di martedì la quotazione del greggio è tornata sui livelli più alti dell’anno grazie al report dell’API che ha segnalato un calo oltre le attese delle scorte di petrolio negli Stati Uniti.
E secondo gli analisti il rally del prezzo del petrolio è destinato a continuare.
Nella sessione in corso, il prezzo del petrolio corregge lievemente il rialzo ma continua a mantenersi su livelli che incoraggiano il mercato.
Sia il prezzo del Brent che la quotazione del WTI sono saliti di oltre il 4 per cento dopo che l’American Petroleum Institute ha registrato un calo di circa 1,1 milioni di barili nelle scorte greggio USA la scorsa settimana contro una l’aumento di 2,4 milioni di barili previsto dagli analisti in un sondaggio Reuters.
Dopo i dati dell’API il mercato rimane in attesa del report di oggi pomeriggio dell’Energy Information Administration, che potrebbe confermare o smentire il recente rally del prezzo del petrolio.
Il prezzo del petrolio WTI è attualmente in discesa dello 0.15%, dopo il forte rally del 4% nella sessione di ieri, a quota 44.57.
Il brent con scadenza a maggio scambia in calo dello 0.04% a 46.32 dollari al barile.
A spingere l’ottimismo sul prezzo del petrolio vi è anche la debolezza del dollaro USA e le attese ottimiste sul fronte della domanda.
La richiesta di petrolio, infatti, potrebbe crescere abbastanza nel 2016 da incontrare l’offerta ma persistono le preoccupazioni che la lotta per la quota di mercato tra Arabia Saudita e Iran possa limitare il rialzo del prezzo del petrolio.
Prezzo del petrolio in rialzo: migliorano i fondamentali
Il prezzo del petrolio Brent con consegna a maggio è in rialzo dello 0.80% a 44.94 dollari al barile, mentre la quotazione del greggio statunitense segna un rialzo di mezzo punto percentuale per la giornata a 43.16 dollari al barile.
"I fondamentali di mercato continuano ad indicare che la combinazione tra una forte domanda e la crescita più debole dell’offerta porterà i mercati mondiali del petrolio più vicini ad un equilibrio entro la fine dell’anno",
ha dichiarato l’amministratore delegato di BP, Bob Dudley, in un comunicato dopo che la società ha pubblicato dei risultati migliori delle attese.
Il prezzo del petrolio sta ricevendo sostegno dalla debolezza del dollaro USA e da un’ondata di nuovi investimenti sui futures sul greggio.
Prezzo del petrolio: il rialzo non durerà. Colpa di Iran e Arabia Saudita
Nel mese di aprile il prezzo del petrolio è aumentato di circa il 14%, spingendo la quotazione verso la chiusura del mese più alta registrata nell’ultimo anno.
Tuttavia, alcuni analisti avvertono che è ancora troppo presto per festeggiare la fine del crollo del prezzo del petrolio: la lotta per la conquista di nuove quote di mercato tra Arabia Saudita e Iran potrebbe causare un nuovo aumento dell’offerta e una nuova discesa del prezzo del petrolio per attrarre più compratori.
"Il rischio ribassista più grande per il prezzo del petrolio in questo momento è che la produzione dell’Iran acceleri oltre il previsto e che l’Arabia Saudita decida di fare la stessa cosa",
scrive Citi in una nota ai clienti.
"Se qualcuno aveva un dubbio sulla capacità della saudita Aramco di usare il suo sistema logistico e le vendite extra per aumentare la quota di mercato, la recente vendita di un carico da 730.000 barili ad un raffinatore cinese di Shandong dovrebbe levare ogni dubbio".
Il carico di petrolio partirà nel mese di giugno dal magazzino di Aramco nella zona di Okinawa in Giappone e spedito nella provincia orientale cinese di Shandong, secondo fonti Reuters.
Citi riferisce inoltre che è probabile che l’Arabia Saudita si indirizzi verso delle nuove vendite per 500.000 barili al giorno, il che porterebbe la sua produzione totale di petrolio sopra gli 11 milioni di barili al giorno.
Prezzo del petrolio: Arabia Saudita verso aumento produzione
BMI Research ha pubblicato la revisione al rialzo sulla produzione di petrolio in Arabia Saudita "rispecchiando il fallimento della riunione a Doha, gli incrementi previsti della capacità produttiva e la politicizzazione sul petrolio sotto il vice principe ereditario Mohammed bin Salman".
Lo scorso 17 aprile sono crollate le speranze per un accordo sul congelamento dei livelli di output da parte dell’OPEC e dei produttori non-OPEC dopo che l’Arabia Saudita, durante l’incontro nella capitale del Qatar, Doha, ha preteso anche la partecipazione dell’Iran.
BMI ha riferito di aspettarsi una produzione saudita di petrolio di una media di circa 10,3 milioni di barili al giorno, contro una stima precedente di 10,2 milioni di barili al giorno.
L’Iran, intanto, continua ad essere impegnato nel tentativo di riportare la produzione di petrolio ai livelli pre-sanzioni a 4 milioni di barili al giorno.