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Prezzo del petrolio: finalmente l’equilibrio a $50 al barile?
lunedì 4 luglio 2016, di
Il prezzo del petrolio è in via di stabilizzazione secondo l’Arabia Saudita e l’OPEC.
I futures sul prezzo del petrolio Brent scambiano poco sopra i 50 dollari al barile, dopo aver perso l’1.8% - ormai attorno a questa quotazione dall’inizio di maggio. E, come ben sappiamo, sei settimane nel mercato del petrolio sono un periodo assai lungo di tempo.
Il prezzo del petrolio è in netto recupero dal sell off inaugurato a novembre 2015, quando la quotazione ha iniziato a crollare dai $50 al barile fino a sotto i $30 al barile, i minimi di 12 anni toccati a gennaio 2016. Da allora, il prezzo del petrolio ha iniziato un nuovo recupero.
La scorsa settimana la US Energy Information Administration (EIA) ha pubblicato un report per cui, nonostante la produzione degli Stati Uniti rimanga resiliente con un prezzo del petrolio più basso, aprile 2016 ha registrato il calo di produzione mensile più vasto dall’inizio del crollo del petrolio a luglio 2014.
La produzione è scesa del 2,4% rispetto a quella di marzo e dell’8% rispetto ad aprile 2015.
Ancora la scorsa settimana, il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, l’esportatore di petrolio più potente al mondo, e il segretario generale dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) hanno convenuto che il mercato mondiale del petrolio si stava dirigendo verso l’equilibrio e che il prezzo del petrolio sta iniziano a stabilizzarsi.
Già a marzo di quest’anno, l’EIA aveva annunciato l’arrivo dei minimi per il prezzo del petrolio. L’agenzia ha riportato una continuazione della discesa della produzione sia dei paesi OPEC che dei paesi non OPEC, mentre la crescita della domanda sta rapidamente rallentando.
Il prezzo del petrolio ai minimi toccati ad inizio anno ha avuto il suo impatto: i produttori con costi troppo alti sono stati costretti ad uscire dal settore.
Tuttavia, si teme ancora che la risalita del prezzo del petrolio stabile a circa $50 al barile possa incoraggiare i produttori di shale oil negli Stati Uniti ad aumentare l’output.