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Prezzo del petrolio: crollo del 9%, pesano il super dollaro e la sovrapproduzione
sabato 14 marzo 2015, di
Il dollaro vola di nuovo contro l’euro dopo la pausa di giovedì, mentre tutti i forex trader si interrogano su quando arriverà la parità su EUR/USD.
Il report dell’IEA prevede una sovrapproduzione di petrolio per i prossimi mesi, mentre in molti guardano alla fine prossima delle sanzioni all’Iran come un evento critico che farà abbassare i prezzi del petrolio ancora di più.
La diminuzione del numero di impianti degli Stati Uniti, evidenziata venerdì, non è abbastanza forte da sostenere il prezzo del petrolio: così, sia il brent sia il greggio registrano un calo settimanale del 9%.
I prezzi del petrolio sono crollati venerdì, perdendo il 9% in questa settimana; le cause sono da ricercare sul forte rally del dollaro e un nuovo avvertimento da parte dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), secondo cui la sovrapproduzione di petrolio è in crescita.
I dati che hanno mostrato un forte calo del numero di impianti di perforazione per l’estrazione di petrolio negli Stati Uniti non è riuscito a sostenere i prezzi del petrolio.
Il Brent è vicino al minimo mensile sotto i 55 dollari al barile e il greggio degli Stati Uniti è stabile ai minimi di due mesi e mezzo sotto i 45 dollari.
Ma che effetto ha il rally sul dollaro sui prezzi del petrolio?
Il dollaro ha colpito un massimo di 12 anni sul cambio euro dollaro (EUR/USD) - in corsa verso la parità - aumentando il costo del petrolio e di altre materie prime scambiate in dollari per i titolari di altre valute.
"Riteniamo che si raggiungerà il minimo di un anno sul costo del petrolio la settimana prossima"
ha detto Tariq Zahir, della Tyche Capital Advisors, New York.
Il Brent è sceso a 45,19 dollari nel mese di gennaio, mentre il greggio degli Stati Uniti è sceso a 43,48 dollari.
La sovrapproduzione globale di petrolio
Il prezzo del petrolio è sceso dopo che l’AIE ha avvertito che la sovrapproduzione del petrolio sta aumentando e che gli Stati Uniti potrebbero finire presto a corto i serbatoi per l’immagazzinamento del greggio.
"La produzione di petrolio negli Stati Uniti finora ha dimostrato pochi segni di rallentamento"
ha detto l’AIE.
"Al contrario, continua a superare le aspettative."
Alcuni trader sono preoccupati circa la prospettiva che l’Iran raggiunga un parziale accordo sul nucleare con le potenze mondiali entro la fine di marzo e un pieno accordo entro giugno. Tale accordo potrebbe causare la fine delle sanzioni contro Teheran, portandola ad esportare più petrolio, il che farebbe scendere i prezzi ancora più in basso.
L’unico vero fattore rialzista sul prezzo del petrolio per la giornata di venerdì scorso è stato dato dalla società di servizi petroliferi Baker Hughes, che ha mostrato che il numero di impianti di perforazione di petrolio negli Stati Uniti è diminuito del 56 unità questa settimana arrivando a 866, il numero più basso da marzo 2011.
La diminuzione del numero di impianti implica un calo di produzione del petrolio.
Venerdì il Brent ha chiuso a 54,67 dollari, in calo di 2,41 dollari, o 4,2% .
Il greggio USA è sceso a 44,84 dollari, in calo di 2,21 dollari, o 4,7%. Entrambi sono scivolati del 9% questa settimana.