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Presidenza della Repubblica: è Berlusconi l’ago della bilancia?
martedì 19 marzo 2013, di
Sono due le tappe fondamentali che l’Italia si troverà ad affrontare in questo periodo: la prima riguarda la formazione del nuovo Governo, la seconda, la scelta del nuovo Presidente della Repubblica.
L’eredità di Giorgio Napolitano non sarà facile da raccogliere e i giochi di potere tra i vari partiti potrebbero influire sul nome di colui che sarà chiamato a rappresentare il Paese per i prossimi sette anni.
Pierluigi Bersani venerdì riceverà, dall’attuale Presidente, il mandato di formare il nuovo Governo e sarà proprio da qui che partiranno gli input che potrebbero determinare chi siederà al Quirinale.
Bersani è infatti determinato ad ottenere i numeri necessari a governare la Nazione attraverso alleanze con montiani e leghisti, essendo ormai chiaro che con i grillini non ci sono possibilità.
Ma il segretario del PD sa che dovrà “cedere qualcosa” e questo qualcosa potrebbe essere proprio la Presidenza della Repubblica.
Ed è proprio a questo livello che entra in gioco la figura chiave di Silvio Berlusconi. Andiamo a vedere come e perché.
Il sistema di alleanze
Il centrosinistra non ha i numeri per governare il Paese, cosa ormai chiara a tutti. Per farlo avrà bisogno di allearsi con qualcuno.
Essendo ormai palese che improntare un dialogo con il Movimento 5 Stelle sarebbe un’impresa quasi titanica, Bersani sta cercando per l’occasione altri interlocutori.
E se l’alleanza con i montiani è data quasi per scontata, una novità potrebbe essere quella con la lega.
Il segretario del PD sta trattando con Maroni per cercare di mettere in atto una possibile alleanza al Governo, alleanza sulla quale pesa fortemente il parere di Silvio Berlusconi.
Se infatti la Lega prendesse una decisione senza consultarlo, rischierebbe di perdere la propria influenza sulle Regioni del Nord, cosa che, per ovvie ragione, non può assolutamente permettersi.
La volontà del Cavaliere
Insomma l’alleanza tra PD e Lega deve passare al vaglio di Berlusconi. Il Cavaliere ha già affermato più volte che se venisse scelto un Presidente della Repubblica di centrosinistra scenderebbe in piazza per protestare pubblicamente.
A parer suo, a guidare l’Italia per i prossimi sette anni dovrebbe esserci una figura contigua ai moderati. Ecco quindi che il partito leghista potrebbe diventare una pedina di scambio: Maroni &. Co. aiuterebbero il PD a formare una maggioranza, con il beneplacito del PDL, e in cambio Bersani cederebbe il Quirinale.
L’appoggio dei montiani
Per governare i voti della Lega non bastano. La fatidica soglia di 160 seggi al Senato potrebbe essere raggiunta solo con un’ulteriore alleanza: stavolta con “Scelta Civica” di Monti.
L’intesa col PD permetterebbe all’ex Premier di dire la sua sulla Presidenza della Repubblica, ma anche di entrare a far parte del Governo Bersani, magari come Ministro degli Esteri.
Ecco quindi quale dovrebbe essere il sistema di alleanze del prossimo Parlamento.
Dunque ad oggi, tutti i nomi fatti in precedenza per la Presidenza della Repubblica, sembrano improbabili (Il più quotato era Romano Prodi) e si aprono nuovi scenari che lasciano nell’incertezza il futuro del Quirinale.
Solo dopo venerdì, data in cui Bersani riceverà da Napolitano l’’incarico di formare il nuovo Governo, la situazione diventerà più chiara. Staremo a vedere.