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Praticantato giornalistico free lance? Ecco cosa dice l’Odg

venerdì 20 settembre 2013, di Alessandro Genovesi

La L. n° 69/1963 disciplina i requisiti di accesso e iscrizione all’albo dei praticanti giornalisti, passaggio necessario per poi poter sostenere l’esame di abilitazione e divenire giornalista professionista.

I requisiti

Il praticantato può essere svolto presso una testata giornalistica registrata ed ha la durata di due anni.

In alternativa al praticantato (al giorno d’oggi sempre è infatti sempre più raro che una testata prenda in carico un praticante), l’aspirante giornalista può frequentare un master di primo livello in giornalismo, sempre di durata biennale, presso una delle università riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti (Odg), che da possibilità di svolgere l’esame di abilitazione.

La peculiarità è data dal fatto che nessuna norma impone che l’attività di praticantato giornalistico presso una redazione sia svolta in regime di subordinazione, ovvero in presenza di un contratto di assunzione.

Il via libera ai free lance

Proprio in virtù di quanto detto sopra, in alcune regioni l’Odg ha riconosciuto d’ufficio l’iscrizione al registro praticanti anche a giornalisti free lance, ovvero liberi di lavorare, come collaboratori, anche per più testate giornalistiche. Infatti, secondo le decisioni di tali organismi, ciò che conta è, innanzitutto, che il praticante "viva di giornalismo", ovvero eserciti in modo esclusivo e continuativo attività giornalistica, traendo dalla stessa la propria principale fonte di reddito.

La necessaria formazione

E’ tuttavia necessario che l’attività sia tale da consentire al free lance un costante contatto con redazioni strutturate, nelle quali lavorino redattori e giornalisti esperti, in grado di fornirgli un sussidio orientativo ed un’istruzione utile a far acquisire allo stesso, durante il tirocinio, la necessaria preparazione professionale. E non è affatto detto, dunque, che questo possa avvenire solo con il classico praticantato.

Pertanto, anche nel caso di frequentazione di più redazioni in regime di autonomia (il free lance infatti non ha alcun rapporto di dipendenza o subordinazione con la testata) l’aspirante giornalista riceve indicazioni teoriche e pratiche (sul contenuto del pezzo, sull’impostazione e la lunghezza da dare allo stesso, sulle regole da osservare nella predisposizione dell’articolo), non dissimili da quelle impartite al praticante nel corso dell’ordinario tirocinio redazionale.

La verifica dell’Ordine

Di fronte alla sussistenza dei suddetti presupposti, l’Ordine dei Giornalisti, cui comunque sono rimesse le verifiche del caso, può deliberare d’ufficio l’iscrizione anche del giornalista free lance all’albo dei praticanti. La delibera così emessa dall’Odg territorialmente competente ha efficacia retroattiva e dunque sostituisce, a tutti gli effetti, la dichiarazione di compiuta pratica rilasciata dal direttore della testata, necessaria per poter sostenere l’esame di abilitazione professionale.

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