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Portogallo e Regno Unito: un paio di stop all’austerità dura e pura

giovedì 26 novembre 2015, di Christian Dalenz

Avevamo scritto lo scorso mese della crisi politica che si era creata in Portogallo: il Presidente della Repubblica, Anibal Cavaco Silva, si era rifiutato di conferire l’incarico al leader del Partito Socialista Antonio Costa, che gli aveva proposto di essere nominato alla guida del nuovo governo con un’alleanza di governo formata successivamente alle elezioni e formata da socialisti, verdi e comunisti; i quali, nonostante siano divisi da profonde differenze programmatiche, hanno deciso di metterle da parte per formare insieme un fronte anti-austerità.

Cavaco Silva aveva però deciso di incaricare il leader della coalizione di destra e premier uscente, Pedro Passos Coelho, di formare un nuovo governo, con l’intenzione di proseguire il percorso di contenimento delle finanze pubbliche.

Il 10 Novembre il Parlamento portoghese ha sfiduciato l’appena nato governo di Passos Coelho, grazie all’unità delle sinistre, che compatte hanno votato contro la nascita dell’esecutivo. In seguito a tale avvenimento, e probabilmente anche per via delle tensioni che avevano accompagnato la sua prima decisione, Il 24 Novembre Cavaco Silva ha infine conferito l’incarico di governo a Costa, che si avvia dunque a chiedere la fiducia al Parlamento con grandi possibilità di ottenerla.

La coalizione di sinistra promette di combattere il precariato, evitare licenziamenti e tagli di salari nel settore pubblico, di rivalutare le pensioni e altre misure di intervento pubblico.

Il principale economista del Partito Socialista e probabile futuro Ministro delle Finanze, Mario Centeno, ha però assicurato che gli obiettivi di bilancio stabiliti con l’Unione Europea saranno rispettati; l’obiettivo è però quello di renderli sostenibili.

Nonostante il sito Politico scriva che tali dichiarazioni lo distanziano nettamente dal più turbolento Yanis Varoufakis, a ben ricordare l’ex Ministro delle Finanze greco si era dato anch’egli l’obiettivo di ridurre deficit e debito pubblico della Grecia, ma in maniera tale che ci fosse anche spazio per un intervento pubblico volto alla ripresa economica. Probabilmente Varoufakis faceva più "rumore" perché avanzava, altresì, proposte per il rinnovamento dell’architettura economico-istituzionale europea e per la sua fermezza; ma nulla ci impedisce di pensare, al momento, che anche questa neonata coalizione di sinistra possa mettere in campo una certa intransigenza, soprattutto vistane la composizione.

Nel frattempo nel Regno Unito, negli stessi giorni, le politiche di austerità volute dal Partito Conservatore al governo hanno subito una botta di arresto. Dopo che un mese fa la Camera dei Lord, formata per la maggior parte da membri nominati dalla Chiesa anglicana e dalla Regina su consiglio del Primo Ministro, aveva rigettato la proposta del Cancelliere dello Scacchiare (antico titolo con cui viene ancora denominato ciò che per noi è il Ministro delle Finanze), George Osborne, di tagliare i crediti fiscali per lavoratori e famiglie a basso reddito, votando per un rinvio della misura, Osborne non ha potuto fare altro che presentare, ieri, una nuova proposta di revisione della spesa pubblica dove tali tagli non sono previsti(saranno comunque rimossi nel 2018 con l’entrata in vigore di una già prevista riforma fiscale).

Ciononostante, nella nuova proposta si programmano comunque tagli di spesa a molti settori pubblici: il più colpito è quello dei trasporti, seguito dagli enti locali, e piccoli aumenti nei settori della sicurezza e della salute.

Il Partito Laburista considera una propria vittoria questa scelta del governo: durante il relativo dibattito parlamentare, il responsabile economico del Labour Party, John McDonnell, è addirittura euforicamente arrivato a regalare al Cancelliere in carica una copia del libretto rosso di Mao Tse Tung, citandone persino un passaggio:

"Dobbiamo imparare a fare il lavoro economico da tutti coloro i quali conoscono come farlo. Non importa chi siano, dobbiamo stimarli come maestri, imparare rispettosamente e coscientemente da loro. Ma non dobbiamo pretendere di sapere ciò che non sappiamo".

Forse lo scopo di tale uscita era anche quello di ironizzare sulle accuse di estremismo che la nuova leadership del principale partito della sinistra inglese ha più volte ricevuto.

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