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Populismo a livelli record dai tempi di Hitler: l’allarme di Bridgewater Associates

martedì 4 aprile 2017, di Giulia Mirimich

Il populismo è aumentato in modo preoccupante negli ultimi anni ed è al suo livello più alto dalla fine degli anni trenta, ai tempi di Adolf Hitler. A dirlo è la Bridgewater Associates, la più grande società di hedge found nel mondo.

La Bridgewater Associates ha pubblicato recentemente un documento di 61 pagine proprio sul populismo. Al suo interno, attraverso parametri ben precisi, ha elaborato un indice che stima la forza dei partiti populisti esistenti oggi in tutto il mondo.

Quello del populismo è un tema particolarmente caro alla Bridgewater, che ci tiene a sottolineare quanto si stia facendo preoccupante la situazione: ad oggi il populismo è al suo livello più alto dalla vigilia della seconda Guerra Mondiale.

Da dopo gli anni Trenta mai nella storia i partiti populisti hanno avuto un consenso così diffuso. Di sicuro i connotati dei partiti populisti sono cambiati nel corso degli anni e il populismo odierno è diverso da quello del passato, tuttavia lo studio condotto dimostra come i caratteri principali siano rimasti sempre gli stessi.

Studiando il caso di 14 leader populisti del passato che hanno governato in 10 paesi diversi del mondo, si è giunti alla conclusione che il populismo viene determinato sempre principalmente da quattro fattori:

  1. la mancanza di opportunità e di risorse;
  2. la percezione che tutto ciò che sia diverso (culture, religioni, ecc) possa costituire una minaccia;
  3. l’ostilità verso le istituzioni;
  4. il malfunzionamento dei fattori precedenti che si ripercuote sull’uomo comune.

La somma di questi fattori ha sempre suscitato poi una sorta di ribellione dell’uomo comune verso l’establishment governativo e tutto ciò che viene percepito come un sistema di carattere elitario.

Il populismo oggi: perché è un fenomeno preoccupante

Se abbiamo avuto modo di constatare e studiare gli effetti del populismo nel passato, non è difficile ipotizzare cosa potrebbe suscitare il populismo di oggi nelle masse.

Secondo il presidente e fondatore della Bridgewater Associates, Ray Dalio, il populismo è un fenomeno preoccupante perché potrebbe arrivare ad influire più di quanto già non faccia nella definizione delle politiche economiche, assumendo un ruolo più rilevante delle stesse politiche monetarie e fiscali.

Nel mese di gennaio, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, Ray Dalio si è dichiarato spaventato dall’estremismo che questa matrice populista potrebbe accendere:

“Questo è il primo anno che il populismo è la questione più importante a livello globale”.

In effetti, per quanto il populismo di oggi sia diverso da quello negli USA del passato, o da quello dell’Europa prebellica, della Russia o del Giappone, è sicuramente un trend che dà voce a numerosi cittadini.

La ricerca effettuata dalla Bridgewater include partiti o movimenti politici odierni che presentano numerosi punti in comune tra loro e con quelli del passato, dalla lotta contro le banche alla componente nazionalistica, da quelli che inneggiano a misure protezionistiche a quelli che abbracciano ideologie contrarie all’immigrazione.

Tutto questo ovviamente spaventa le borse: il populismo è una delle cause che intimidisce i listini europei, tenendoli in bilico. Soprattutto se si considera che molti dei partiti di matrice populista in Europa sono dichiaratamente anti-euro e mai come oggi l’abbandono della moneta unica spaventa i mercati finanziari.

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