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Piazza Affari chiude in rosso, complice la dichiarazione Ue

martedì 7 maggio 2019, di Gennaro Ottaviano

La nuova crisi Usa-Cina con la minaccia da parte di Trump su nuovi dazi doganali e la dichiarazione avvenuta in mattinata da parte dell’Ue del taglio delle stime di crescita dell’Italia hanno determinato una situazione negativa su tutti i mercati Europei. Pizza Affari subisce il colpo degli eventi, ma grazie alle ottime trimestrali riesce a compensare la discesa anche se lo spread tra Btp e Bund supera i 261 punti.

Gli effetti delle trimestrali su Piazza Affari

Piazza Affari dopo un’apertura tentennante, per l’attesa delle notizie riguardanti le trimestrali di società come Ferrari, Intesa San Paolo e Enel, ha chiuso in maniera negativa.
I migliori titoli sono stati Amplifon con un +9,95%, seguito da Ferrari che ha chiuso con un +3,89 % grazie ai dati positivi e un netto incremento degli utili rispetto al periodo precedente. In netto miglioramento anche le trimestrali di Campari che ha prodotto un +2,2% e Piaggio con un +2,5%.
Molto male il settore bancario anche se le stime trimestrali sono state per alcune molto positive. Chiudono in negativo FinecoBank con un -7,45%, Banca BPM con un -4,25%, Ubi Banca con un -3,40% e Unicredit con -3.20%
Il FITSE MIB dopo aver toccato un massimo di 21554 punti ha inevitabilmente perso terreno con un -0,89% a 21219.14 e un minimo di 21172.61.
Altro fattore preoccupante è stata la salita dello spread che dall’apertura a 255 punti ha raggiunto il livello di 265 per poi assestarsi sui 261,7.

Chiusura in calo: complice le dichiarazioni della UE

Causa principale che ha determinato una netta inversione di tendenza di Piazza Affari sono state le dichiarazioni della Ue, attese con ansia dall’inizio della giornata, e che hanno determinato un impatto negativo non solo sulla nostra borsa ma anche sugli altri mercati. Bruxelles indica per l’Italia una crescita dello 0,1% per il 2017 e dello 0,7% per il 2020 con un taglio rispetto alle stime precedenti. Tali valori ci pongono tra i paesi europei ad avere un valore nettamente inferiore rispetto alla media prevista nel resto dell’Europa pari al 1,4% per il 2019 e 1,6% per il 2020.

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