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Pesc: l’establishment europeo boccia la Mogherini. Ma Renzi non ci sta e rilancia: "E’ lei la nostra candidata"
sabato 2 agosto 2014, di
La candidatura del Ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ad Alto Commissario per la Politica Estera Europea (Pesc) è sempre più traballante.
Un gruppo di esponenti dell’establishment politico ed economico europeo ha sottoscritto un appello indirizzato alle istituzioni comunitarie nel quale si chiede la nomina di un alto commissario “forte ed esperto”, sottolineando inoltre come non "sia tempo per i novizi".
Ecco il testo dell’appello pubblicato ieri sul quotidiano berlinese Tagesspiegel:
" Il 30 agosto, quando sceglierete il nuovo ministro degli Esteri dell’UE, gli occhi della comunità internazionale saranno rivolti verso di voi.
Alla luce dell’aereo abbattuto nei cieli sopra l’Ucraina, una nuova escalation nella sicurezza nel Vicino e Medio Oriente e le crescenti tensioni in Asia questo non è il tempo per novizi.
I cittadini e le cittadine europee si aspettano una nomina come quella descritta da Jean-Claude Juncker, una forte ed esperta personalità, capace di coordinare la futura politica estera dell’Unione Europea e elaborare una strategia per un’Europa in grado di essere un attore globale.
Noi speriamo che il nuovo presidente della Commissione UE sia incoraggiato rafforzi questo candidato o questa candidata attraverso nuovi incaricati speciali per il Mediterraneo meridionale così come per i confini orientali, e sia data l’autorità di coordinare i commissari UE i cui portafogli riguardino temi di politica estera e di sicurezza, come per esempio il Commercio oppure gli Aiuti umanitari.
Per favore decidete per il candidato più forte e non da interessi a breve termine, rapporti di forza oppure quote.
La considerazione dell’Europa nel mondo dipende da questa scelta"
Bocciatura Mogherini?
Nel testo non c’è nessun riferimento diretto a Federica Mogherini, anche se è possibile rintracciare una serie di indizi non certo favorevoli all’attuale ministro degli esteri italiano.
Innanzi tutto i firmatari: Il testo è siglato da 42 personalità politiche ed economiche, guidate dal finanziere statunitense di origini ungheresi George Soros, tra i quali spiccano diversi ex ministri spagnoli, polacchi, cechi, danesi, austriaci e slovacchi; tutte nazioni che non hanno mai nascosto il loro dissenso di fronte alla possibile nomina della Mogherini.
Presenti tra i firmatari anche i socialdemocratici Hans Eichel, ex responsabile delle finanze del cancelliere tedesco Gerhard Schröder, e Dietmar Nietan, attuale tesoriere della Spd.
Due nomi del PSE insomma, lo stesso partito europeo del PD di Matteo Renzi e Federica Mogherini, che potrebbero far pensare ad una spaccatura su base nazionale dei socialisti europei.
Spiccano nella lista di nomi anche numerosi ministri degli esteri dei paesi dell’Europa orientale, avversi alla Mogherini a causa delle sue posizioni – giudicate “troppo morbide” – di fronte alla crisi ucraina.
Il testo, inoltre, chiede chiaramente la nomina di una profilo diverso rispetto a quello dell’attuale ministra italiana, giudicata fin dall’inizio, come non ha mancato di sottolineare anche la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel, “troppo giovane ed inesperta”.
La penultima frase, infine, - "Per favore decidete per il candidato più forte e non da interessi a breve termine, rapporti di forza oppure quote" - sembra essere una bocciatura, oltre che della stessa Mogherini, anche del metodo con cui vengono scelte le cariche in Europa, basato più sul calcolo politico tra i vari partiti che sulla reale competenza.
Dopo che ai popolari del PPE, vincitori delle elezioni di maggio, sono andate le poltrone di Presidente della Commissione e di Presidente del Consiglio Europeo, sul PSE cadrà infatti, solo per una logica di convenienza politica, la scelta di nominare il Pesc.
Ma non solo, perché secondo lo stesso principio Matteo Renzi spinge per la nomina di un italiano poichè il suo partito è tra quelli aderenti al PSE che ha preso più voti nelle elezioni del maggio scorso.
Un meccanismo che evidentemente non piace agli estensori dell’appello, che temono il solito baratto delle poltrone.
La mossa polacca
Ieri, inoltre, la Mogherini ha scoperto ufficialmente il suo avversario: si tratta del Ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, aderente con il suo partito - Piattaforma civica, di orientamento conservatore - al PPE.
Tuttavia la candidatura di Sikorski solleva troppi dubbi per essere credibile: in primo luogo il ministro polacco è del Ppe, ed essendoci già Juncker dello stesso partito, è quasi scontato che la posizione vada a un socialista o a un liberale.
In seconda battuta, a giugno, Sikorski è caduto in una pesante gaffe diplomatica: in un’intercettazione diffusa dalla stampa polacca ha accusato di incompetenza il premier britannico David Cameron e ha criticato, con forti allusioni sessuali, l’alleanza Polonia-Stati Uniti.
Mettendolo sul tavolo quindi, la Polonia potrebbe solo puntare a guadagnarsi il consenso dei Paesi dell’Est per creare un fronte anti-Mogherini, e usarlo come merce di scambio nella partita sul Consiglio.
Renzi tira dritto
Nonostante la lettera dei 42 e la candidatura di Sikorski il Premier italiano, Matteo Renzi tira dritto, soprattutto perché la mancata nomina della Mogherini segnerebbe il completo fallimento della sua strategia europea.
Giovedì il Premier ha inviato al neo Presidente della Commissione Jean Claude Juncker una lettera con la quale ufficializza la candidatura di Federica Mogherini al ruolo di Pesc:
"Caro presidente, desidero informarla che il governo italiano ha deciso di designare Federica Mogherini, attuale ministro degli Esteri, come candidato al ruolo di Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione europea".
Nonostante le lettere e gli appelli però, tutto è ancora fermo e la nomina dell’Alto rappresentante della politica estera dell’UE è stata posticipata al 30 agosto, quando a Bruxelles si terrà un nuovo consiglio europeo.