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Pensioni, ultime notizie: Damiano attende proposta del Governo su flessibilità
martedì 26 aprile 2016, di
Rimane acceso il dibattito che riguarda la riforma delle pensioni e gli interventi in materia di flessibilità.
A tornare sull’argomento è ancora una volta il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che da mesi si sta muovendo per sollecitare un intervento del Governo in tal senso.
In particolare Damiano ha commentato le ultime indiscrezioni circolate sulla riforma delle pensioni che riguardano le proposte che il Governo starebbe valutando per attuare una maggiore flessibilità in uscita.
"Il Governo dovrà formulare quanto prima la sua proposta sulle correzioni da apportare al sistema pensionistico, se la si vuole discutere e inserire nella Legge di Stabilità”
ha ribadito Damiano, sottolineando la necessità di intervenire il prima possibile.
L’ostacolo principale alla riforma delle pensioni resta sempre quello delle coperture economiche: il Governo, infatti, sembra non voler destinare alla causa più di cinque o sei miliardi di euro. Uno degli obiettivi rimane quello di rilanciare la previdenza complementare per integrare la pensione soprattutto dei giovani lavoratori.
Pensioni, per Damiano revisione della Legge Fornero è priorità
Secondo Cesare Damiano la revisione della Legge Fornero rimane una priorità, e non può più essere rimandata.
"La prima sicurezza da fornire ai cittadini è che il nostro sistema pensionistico non solo è solido, ma è il più sostenibile d’Europa: nel Def il Governo chiarisce che le riforme del 2004, 2007 e 2011, porteranno da qui al 2050 ad un risparmio sulle pensioni di 60 punti di Pil, pari a 900 miliardi di euro, vale a dire quasi la metà del debito pubblico. A questo incredibile risultato, poco noto, dobbiamo sommare gli effetti positivi della legge Dini del ’95. Se qualcuno dovesse ancora sostenere che dobbiamo tagliare le pensioni, propongo che venga almeno proposto per gli arresti domiciliari. Noi vorremmo che Governo e Inps informassero invece i lavoratori dei settori privati nati nel ’52 che, con 64 anni di età, possono andare in pensione anticipata e che fosse rivisto il meccanismo dell’aspettativa di vita almeno per chi, gli assunti dal 1996, avrà il calcolo della pensione con il meccanismo contributivo puro, perché non ha senso imporre due vincoli all’uscita dal lavoro (età e importo dell’assegno pensionistico) a chi avrà una pensione corrispondente ai contributi versati”
ha commentato Damiano, per poi concludere:
“L’enorme montagna di risparmi sulla previdenza che si sono già realizzati e che si realizzeranno, consentono di restituirne una quota alle pensioni per correggere e non per cancellare l’attuale sistema, al fine di renderlo più flessibile e socialmente sostenibile”.
Pensioni, tutti i prossimi impegni in materia
Proprio in questi giorni anche in Parlamento si tornerà a discutere di pensioni. In calendario è infatti prevista la questione relativa alla Delega sulla Povertà; a tal proposito è atteso l’emendamento che confermi che le pensioni ai superstiti non verranno toccate per finanziare le misure previste in tale provvedimento.
Nella seconda parte dell’anno, invece, il Parlamento dovrà discutere sulla possibilità di prorogare Opzione donna e sulla situazione dei quota 96.