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Pensioni, ultime notizie: flessibilità in uscita e pensione anticipata, la proposta dei sindacati

giovedì 10 dicembre 2015, di Stefania Manservigi

Nonostante nella Legge di Stabilità 2016 non sia stata inserita la riforma delle pensioni, rinviata al prossimo anno come annunciato più volte dal premier Matteo Renzi, continua la polemica sulla possibilità di garantire una maggiore flessibilità in uscita.
Ad avere acceso ancora di più il dibattito sulle pensioni sono state le recenti dichiarazioni del presidente dell’Inps Tito Boeri, che ha previsto che i trentenni di oggi andranno in pensione a 75 anni con un taglio sull’assegno pensionistico del 25%.
Sul tema caldo delle pensioni hanno preso posizione i sindacati che il prossimo 17 dicembre hanno organizzato una vertenza per chiedere al governo un intervento.
Di seguito vediamo qual è la proposta dei sindacati per quanto riguarda flessibilità in uscita e pensione anticipata per alcune categorie di lavoratori.

Pensioni, la posizione dei sindacati

A fare il punto della situazione per quanto riguarda il tema caldo delle pensioni è stata Vera Lamonica, segretaria nazionale della Cgil, che ha così commentato:

"Nel nostro paese i giovani vivono male, siamo di fronte a una generazione quasi totalmente precarizzata, disoccupata, con salari molto bassi, con carriere discontinue, con enormi buchi contributivi. E’ evidente che una condizione del mercato del lavoro di tal fatta proporrà anche in futuro una situazione di povertà per queste generazioni”.

Per questo motivo le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un confronto con il Governo fissato per il prossimo 17 dicembre: sono previste infatti tre assemblee che si svolgeranno a Bari, a Firenze e a Torino e, se anche in questo caso il governo dovesse respingere la vertenza, i sindacati sono pronti a indire mobilitazioni di protesta.

Riforma delle pensioni: flessibilità in uscita
Uno dei punti della riforma delle pensioni su cui i sindacati chiedono un’accelerazione da parte del governo è quello che riguarda la flessibilità in uscita. Un mercato del lavoro più flessibile in uscita, infatti, garantirebbe una maggiore tutela per i giovani che faticano a inserirsi e sulla loro situazione previdenziale futura.
Lamonica ha infatti confermato le previsioni pessimistiche di Boeri per la generazione anni 80 affermando:

“Bisognerebbe avere politiche che creino lavoro per i giovani, che ne stabilizzino il lavoro e che garantiscano salari e condizioni dignitose. Perché la previdenza è sempre lo specchio del mercato del lavoro".

Secondo i sindacati, quindi, quello che c’è da fare è creare

“percorsi di solidarietà generale che coprano, ad esempio, i buchi contributivi”.

Secondo i sindacati non esisterebbe un problema di costi per l’adozione della flessibilità in uscita:

“Ogni volta che si è messo in atto un taglio sui diritti delle persone, in questo caso sul sistema previdenziale, si è tirato in ballo il tema della sostenibilità economica. In realtà, e lo confermano i più seri istituti di studio italiani ed europei, il sistema previdenziale in Italia non costa più che negli altri paesi europei, ed è più che sostenibile dal punto di vista finanziario. Adesso, e in prospettiva, il tema è che non regge dal punto di vista sociale”.

Riforma delle pensioni: pensione anticipata per precoci e lavori usuranti
Un altro tema caro al sindacato è quello della pensione anticipata per alcune categorie di lavoratori, come ad esempio quella dei lavori usuranti. La proposta è quella di fissare il tetto dei versamenti di contributi a 41 anni, senza penalizzazioni sull’assegno.

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