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Pensione Anticipata Donne con penalizzazioni: assegno ridotto per le lavoratrici nelle ipotesi del Governo
venerdì 22 maggio 2015, di
In base alle prime anticipazioni fornite dal Premier Matteo Renzi sulla riforma delle pensioni di prossima attuazione, una particolare attenzione va dedicata al tema della pensione anticipata per le lavoratrici donne per le quali potrebbero essere previste penalizzazioni e assegni ridotti.
Più in generale occorre comprendere qual è la situazione attuale delle donne in pensione in Italia, per poi considerare quali sono le soluzioni e le ipotesi che, al momento sta vagliando, e quali potrebbero essere le specifiche modalità di attuazione di tali soluzioni per le lavoratrici.
Tra tali soluzioni va, appunto, considerata non solo la possibilità della pensione anticipata per donne con penalizzazioni ma anche la proroga della cosiddetta opzione donna o la revisione dell’attuale sistema misto contributivo, con le quote.
Pensioni delle lavoratrici donne in Italia
Al momento attuale occorre rilevare che i trattamenti previdenziali delle lavoratrici sono più bassi di quelli dei lavoratori: la pensione delle donne è in media del 30% inferiore rispetto a quella degli uomini, rispecchiando nel comparto previdenziale, quelle differenze che ancora sussistono nel mondo del lavoro attivo.
Mentre un uomo percepisce un assegno pensionistico medio di 1500 euro al mese, il CNEL ha rilevato che le donne percepiscono una pensione media di 1000 euro al mese. Stessa disparità è stata rilevata anche riguardo alla disoccupazione (le disoccupate donne sono di più rispetto ai disoccupati), sebbene durante la crisi le donne siano riuscite a mantenere meglio il loro posto di lavoro.
Per quanto riguarda il trattamento minimo della pensione (499 euro) spetta al 34% degli uomini contro il 57% delle donne; a differenza del trattamento massimo (assegni pensionistici superiori ai 3000 euro) che interessa il 3,4% degli uomini contro lo 0,2% delle donne.
Per quanto riguarda i trattementi pensionistici obbligatori, nel 2013 il 46% degli uomini ha beneficiato di almeno un trattamento pensionistico INPS contro il 54% delle donne; per quanto riguarda, invece gli importi pensionistici, sempre nel 2013, sono stati assegnati per il 55% a uomini e per il 45% a donne.
La Pensione anticipata per donne e le altre ipotesi di riforma delle pensioni
A seguito dell’emanazione del decreto sulla rivalutazione delle pensioni e sui rimborsi spettanti ai titolari delle dichiarazioni non rivalutate, in due occasioni (conferenza stampa successiva al CdM e la trasmissione televisiva Porta a Porta) il premier Renzi ha fatto riferimento alla riforma delle pensioni che il Governo ha iniziato a elaborare e che vedrà la luce nella legge di stabilità, citando proprio il caso della lavoratrice donna. Ecco, dunque, quali sono le principali ipotesi al vaglio del Governo per riformare la pensione delle lavoratrici donne:
- pensione anticipata con penalizzazioni: in questo caso la lavoratrice donna potrebbe accedere alla pensione a 62 anni, dovendo però subire una o più delle seguenti penalizzazioni:
- una decurtazione del 2% dell’assegno pensionistico, per ogni anno di anticipo, rispetto alle attuali soglie previste dalla legge Fornero (se una donna decidesse di andare in pensione a 62 anni anziché a 66, vedrebbe, quindi, il proprio assegno ridotto dell’8%);
- una penalizzazione sul montante contributivo (contributi accumulati) calcolato con il sistema retributivo, fino al 12%;
- un mix di entrambe le penalizzazioni che potrebbe dar luogo, nel peggiore dei casi, a una penalizzazione complessiva del 30% dell’assegno pensionistico;
- Altra ipotesi attualmente allo studio dei tecnici del Governo, per la pensione anticipata delle lavoratrici donne è la possibilità di prorogare la cosiddetta opzione donna fino alla fine del 2018, anziché mandare in soffitta questa strada al pensionamento, alla fine di quest’anno (come la legge prevede). In questo caso, in cambio del passaggio al sistema contributivo, per il calcolo della pensione, sarebbe consentito ancora alle lavoratrici donne di accedere al pensionamento con i seguenti requisiti:
- età anagrafica = almeno 57 anni e 3 mesi;
- età contributiva = almeno 35 anni di contributi versati;
A proposito dell’opzione donna è opportuno ricordare che si sta valutando anche la possibilità di estendere l’utilizzo di questa opzione anche ai lavoratori.