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Oro supera 1.300$ spinto dalla domanda cinese e dal dollaro debole
venerdì 14 febbraio 2014, di
Continua il momento positivo per l’oro, che sui mercati asiatici ha superato anche la soglia psicologica di 1.300$ l’oncia salendo fino a 1.307$ sui massimi degli ultimi 3 mesi. Da inizio anno il metallo prezioso ha già guadagnato più dell’8%, recuperando una piccola porzione delle perdite accumulate lo scorso anno, il peggiore dal 1981 chiuso con una performance negativa del 28%. Il boom dei prezzi dell’oro sta trascinando al rialzo anche l’argento, che è salito sui massimi da quasi 3 mesi a 20,81$ l’oncia. Il metallo grigio sta uscendo da un trading range che dura da oltre due mesi e a questo punto potrebbe ambire a target importanti, posti tra 21$ e 22$ l’oncia.
A sostenere le quotazioni dell’oro è stata finora la domanda proveniente dalla Cina, che già lo scorso anno è cresciuta del 41% secondo quanto stimato dalla China Gold Association. I cinesi, principali acquirenti di oro al mondo, stanno approfittando dei prezzi a buon mercato per accumulare grosse quantità di metallo prezioso in una fase caratterizzata da forti turbolenze sui mercati emergenti. L’oro sta salendo con buona continuità anche grazie ad altri due fattori fondamentali: la debolezza del dollaro americano e la presenza di elementi di natura tecnica.
Il biglietto verde è in difficoltà da diversi giorni sui mercati valutari, a seguito della pubblicazione dei recenti dati macroeconomici deludenti che fanno pensare a un rallentamento del ritmo di riduzione degli stimoli monetari da parte della FED. Dopo i non-farm payrolls sotto le attese, ieri hanno deluso molto anche i dati sulle vendite al dettaglio e sulle richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione. Gli investitori temono chela crescita economica degli USA possa essere inferiore alle aspettative e per cautelarsi stanno acquistando oro a prezzi di saldo, considerando la forte discesa dei mesi scorsi.
Da un punto di vista tecnico bisogna ricordare che l’oro ha formato un pattern di inversione di medio periodo noto come “doppio minimo”, ben visibile se si osserva il grafico su base weekly. Dopo aver superato una congestione compresa tra 1.280$ e 1.240$, i prezzi si stanno dirigendo verso i target “naturali” dell’attuale movimento rialzista che si trovano tra 1.310$ e 1.325$ l’oncia. Secondo alcuni analisti finanziari, l’oro potrebbe salire anche molto di più grazie al fenomeno dello short squeeze, ovvero la ricopertura frettolosa di posizioni short ancora aperte dallo scorso anno. In questo caso si può ipotizzare addirittura un ritorno sulla resistenza di 1.360$ prima e di 1.400$ poi.