Opzione donna: ecco di quanto viene tagliato l’importo dell’assegno di pensione

A dare annuncio della ripresa delle lavorazioni delle domande di pensione in cosiddetto regime è stato l’Inps con il messaggio n. 283/2016.
L’accesso al regime sperimentale di Opzione donna consente quindi a chi ne beneficia l’uscita anticipata dal mondo del lavoro; tuttavia chi decide di andare in pensione anticipata, accetta anche che la pensione venga calcolata con il metodo contributivo. Ciò che ne consegue è un taglio dell’importo che viene percepito mensilmente.
Di quanto viene tagliato l’importo della pensione per le lavoratrici che usufruiscono di Opzione donna? Vediamolo di seguito.

Opzione donna, come funziona?
Prima di capire come viene calcolato l’importo della pensione per quelle lavoratrici che decidono di usufruire di Opzione donna, vediamo come funziona il regime sperimentale.
Opzione donna, come visto, consente alle lavoratrici che hanno maturato i requisiti richiesti (57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di versamento di contributi) di andare in pensione anticipata. Tuttavia la scelta dell’opzione donna non è collegata all’obbligo di ritiro immediato dal posto di lavoro.
Le lavoratrici quindi potranno continuare a svolgere il proprio lavoro anche nel periodo che intercorre tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza dell’assegno pensionistico.

Opzione donna, calcolo dell’importo: quanto perdono le lavoratrici?
La scelta dell’Opzione donna se da un lato consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, dall’altra comporta una penalizzazione sull’assegno di pensione che viene percepito. Chi sceglie di aderire a tale regime sperimentale, infatti, accetta che la pensione venga calcolata esclusivamente con il metodo contributivo che risulta penalizzante rispetto a quello retributivo. Le lavoratrici che decidono di optare per Opzione donna, infatti, avendo iniziato a versare contributi prima del 1996, avrebbero avuto diritto al calcolo della pensione secondo il metodo misto.
Di quanto viene tagliato l’importo? Secondo i calcoli che sono stati riportati sulla relazione tecnica che ha accompagnato la Legge di Stabilità 2016 le lavoratrici dipendenti subirebbero un taglio dell’importo percepito del 27,5% mentre le lavoratrici autonome del 36%.