Home > Altro > Archivio > Oggi appello bis sull’interdizione di Berlusconi. Che cosa rischia?
Oggi appello bis sull’interdizione di Berlusconi. Che cosa rischia?
sabato 19 ottobre 2013, di
Facciamo un piccolo passo indietro: il primo agosto scorso la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione per frode fiscale (di cui tre coperti dall’indulto) nell’ambito del caso dei diritti tv Mediaset. Tuttavia, con la stessa sentenza, la Corte ha stabilito anche che i giudici di primo e secondo grado abbiano applicato erroneamente la legge ordinaria, condannando Berlusconi a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Cosa decidono oggi i giudici
Oggi, quindi, i giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Milano dovranno stabilire nuovamente per quanto tempo l’ex premier sarà interdetto, tra un minimo di un anno e un massimo di tre, come previsto dalla legge tributaria. Non sarà quindi una sentenza che entrerà nel merito della condanna (già definitiva) ma un semplice ricalcolo della pena accessoria da infliggere. Stando alle anticipazioni, la Procura generale chiederà al collegio giudicante il massimo della pena (3 anni), mentre per la difesa gli avvocati di Berlusconi Niccolò Ghedini e Franco Coppi cercheranno di ottenere il minimo della pena, e cioè un anno.
Il Cav potrà ricorrere in Cassazione
Dopo questo verdetto che, salvo sorprese, è atteso per oggi (si pensa già in mattinata) e il relativo deposito delle motivazioni, il Cavaliere potrà comunque tentare nuovamente la strada del ricorso in Cassazione. Quindi, la decisione sull’interdizione non sarà definitiva prima del nuovo pronunciamento della Suprema Corte, che difficilmente arriverà prima di fine 2013 o inizio 2014.
Che cos’è l’interdizione dai pubblici uffici?
Quando la decisione sull’interdizione sarà definitiva, Silvio Berlusconi verrà privato del diritto di elettorato attivo e passivo per il tempo stabilito dai giudici: per un periodo, quindi, non potrà più votare, dunque, né tantomeno candidarsi nuovamente alla guida del Paese.
Il nodo della decadenza
Anche in caso di interdizione definitiva non è però prevista la decadenza automatica dal seggio di senatore del Cavaliere: in merito dovrà comunque esprimersi la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e poi, eventualmente, anche il Senato.
A Milano oggi non si gioca quindi l’ultima partita sul destino giudiziario e politico dell’ex premier: i riflettori sono ancora tutti puntati su Palazzo Madama. E lì che lo scontro sulla decadenza prevista dalla legge Monti-Severino sta per arrivare all’ultimo round: infatti, pur essendo già stata votata dalla maggioranza dei senatori facenti parte della Giunta delle immunità, presieduta dal senatore di Sinistra Ecologia e Libertà Dario Stefàno, è comunque indispensabile il parere dell’aula del Senato. Saranno quindi i senatori, attraverso il loro voto (resta ancora da capire se palese o segreto), a stabilire l’applicabilità della legge Severino (che prevede incandidabilità e decadenza per i politici condannati a pene superiori ai due anni).
Intanto ancora brutte notizie da Milano: secondo indiscrezioni sarebbe ai blocchi di partenza un nuovo filone di inchiesta (già battezzato "Ruby-ter") che vedrebbe Silvio Berlusconi imputato per falsa testimonianza e corruzione di testimone.