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Novità pensioni: proroga Opzione donna, al vaglio emendamento. Lettera delle lavoratrici al Governo
lunedì 22 maggio 2017, di
Mentre la riforma del sistema previdenziale sembra ormai in dirittura d’arrivo, resta aperta la questione riguardante le pensioni delle donne soprattutto per quanto concerne la proroga di Opzione donna.
Le ultime novità sulle pensioni vedono ancora in prima linea le lavoratrici che da mesi stanno combattendo per la proroga dell’unica misura di pensione anticipata riservata alle donne che, ad oggi, risulta conclusa al 31 dicembre 2015.
L’emendamento alla legge di conversione della "Manovrina" di aprile, infatti, prevederebbe una proroga della misura al 31 dicembre 2019 consentendo a tutte le donne rimaste escluse dalla possibilità di accedere ad Opzione donna di maturare i requisiti utili alla pensione anticipata entro tale data.
La strada resta però difficile, anche a causa della scarsa apertura e attenzione del Governo a una possibile proroga di Opzione donna.
Le lavoratrici non si arrendono e continuano la loro opera di mobilitazione in favore della proroga della misura di pensione anticipata. Le iscritte al gruppo Facebook "Movimento Opzione donna", diventato ormai un punto di riferimento in questa battaglia, hanno infatti inviato una lettera al Governo Gentiloni, chiedendo la dovuta attenzione.
Novità pensioni, di seguito le ultime notizie.
Novità pensioni donne: proroga Opzione donna, al vaglio emendamento
Sarà valutato nei prossimi giorni l’emendamento che prevede la proroga di Opzione donna al 31 dicembre 2019.
Ricordiamo infatti che, a causa del mancato inserimento della proroga nella scorsa Legge di Stabilità, il regime sperimentale di Opzione donna risulta al momento concluso al 31 dicembre 2015. Possono quindi andare in pensione anticipata solo le lavoratrici donne che, alla data in esame, abbiano maturato 57/58 anni di età e 35 anni di contributi.
Il deputato Walter Rizzetto ha però presentato un emendamento con il quale chiede la prosecuzione della misura fino al 31 dicembre 2019: qualora le Camere dovessero approvare l’emendamento si allargherebbe la platea delle lavoratrici che potranno usufruire di Opzione donna per andare in pensione anticipata.
Secondo Rizzetto non ci sarebbe nemmeno un problema di coperture economiche per finanziare la prosecuzione del regime sperimentale: per la proroga potrebbero infatti essere utilizzati i residui degli stanziamenti predisposti per Opzione donna nella Legge di Stabilità 2016, come chiesto più volte dalle lavoratrici.
Novità pensioni donne: lavoratrici scrivono lettera al Governo Gentiloni
Le lavoratrici del gruppo Movimento Opzione donna, attivo nella battaglia per la proroga della misura di pensione anticipata, non si arrendono e hanno scritto una lettera rivolta al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per chiedere al Governo attenzione su un tema delicato che coinvolge migliaia di donne.
Le lavoratrici, in particolare, sottolineano l’indifferenza mostrata dall’esecutivo nei confronti dei bisogni esplicitati più di una volta dalle stesse, e dei vantaggi economici e sociali che comporterebbe una proroga della misura.
Opzione donna, infatti, prevede una penalizzazione a carico delle lavoratrici che scelgano di andare in pensione anticipata: l’assegno pensionistico, in questo caso, viene calcolato esclusivamente con il metodo contributivo generando di fatto un risparmio per le casse pubbliche sul medio lungo termine.
Ai vantaggi economici si aggiungono poi quelli di natura sociale: l’uscita anticipata delle lavoratrici interessate dalla proroga consentirebbe infatti il ricambio generazionale di cui necessita il mercato del lavoro.
Le lavoratrici hanno poi sottolineato l’inadeguatezza delle risposte fornite dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti in occasione delle quattro interrogazioni parlamentari in cui si chiedeva al Governo, tra le altre cose, di utilizzare i residui delle risorse stanziate nella Legge di Stabilità 2016 per la proroga di Opzione donna come originariamente previsto. In particolare il Ministro aveva posto come problema al riutilizzo delle risorse la cristallizzazione del diritto, asserendo che lo stesso non consentisse di stimare gli effettivi risparmi. Le lavoratrici non ci stanno, e chiedono a questo punto al premier Gentiloni come mai sia stato istituito un contatore, se poi risulta di fatto impossibile utilizzare i risparmi per la proroga della misura.
Il Governo a questo punto fornirà risposte esaurienti?