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Elezioni Roma 2016, Movimento 5 Stelle: Virginia Raggi ineleggibile?

martedì 24 maggio 2016, di Chiara Ridolfi

Il Movimento 5 Stelle sembra trovarsi in una vera bufera diplomatica al momento.

Virginia Raggi, candidato sindaco per le elezioni di Roma 2016, potrebbe essere dichiarata ineleggibile. Un avvocato ha infatti intentato un ricorso formale contro la candidata grillina alle comunali, a causa del contratto che la lega a Beppe Grillo.

Il contratto che Virginia Raggi ha stipulato con il leader dei 5 Stelle non rispetta alcune norme costituzionali e renderebbe il candidato ineleggibile. Nel frattempo sul Movimento 5 stelle continuano ad aumentare i problemi, dopo lo scandalo Pizzarotti, adesso il presidente del Codacons si scaglia contro i rimborsi elettorali. Il Movimento 5 Stelle, sebbene dichiari di non percepire soldi derivanti dal finanziamento pubblico ai partiti, ha comunque 13,3 milioni di euro derivanti da esso.

Virginia Raggi continua intanto a perdere punti nei sondaggi e sebbene il Movimento 5 Stelle risulti il primo partito per le comunali di Roma 2016, l’eventuale ineleggibilità della Raggi diventerebbe un grave problema per il movimento.

Per quale ragione Virginia Raggi potrebbe non essere eleggibile? Cosa succede nel Movimento 5 Stelle? Si può parlare di complotto come fa Grillo? Vediamo i dettagli del ricorso presentato contro il candidato di Roma dei 5 Stelle.

Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi: perché potrebbe essere ineleggibile

Virginia Raggi continua ad essere ostacolata per la corsa a nuovo Sindaco di Roma. Dopo lo scandalo che ha investito Pizzarotti, arriva adesso un nuovo problema: un processo contro Virginia Raggi.

Un avvocato romano, Venerando Monello, ha infatti presentato ricorso contro la candidata a 5 Stelle, per accertarne l’eleggibilità. La motivazione? Il contratto che ha sottoscritto con Grillo ed il suo movimento. L’avvocato Monello ha presentato ricorso al Tribunale Civile di Roma, richiedendo di accertare con urgenza le condizioni di eleggibilità della candidata.

L’avvocato afferma che, prima di passare alle vie legali, aveva provato a contattare Virginia Raggi tramite raccomandata, invitandola a rispondere pubblicamente o in privato riguardo alla firma del contratto. La candidata dei 5 stelle non ha però dato alcuna risposta a Monello, che ha deciso quindi di passare alle maniere forti.

L’avvocato romano ha infatti dichiarato:

Anche lei, come avvocato, sa perfettamente che questo contratto, che peraltro presenta vizi che a mio parere lo rendono nullo, sia una cosa abominevole.

Il contratto a cui si riferisce l’avvocato è quello che ogni esponente politico del Movimento 5 Stelle è obbligato a firmare per poter far parte del movimento. L’avvocato Monello, Presidente dell’European Lawyers Association, sostiene che gli articoli violati della Costituzione italiana sono il 3, il 67 e il 97. Il contratto che viene stipulato tra candidato e movimento cerca quindi di aggirare dei principi importanti della Costituzione, ossia l’imparzialità e l’indipendenza. Il documento firmato, dice Monello, tenta “in modo goffo” di aggirare il divieto di vincolo di mandato imperativo, sancito dalla Costituzione.

La volontà del contratto è quella di influenzare le decisioni politiche dei futuri eletti, non quella di coordinare e gestire l’attività politica. Questo, secondo l’avvocato Monello, sarebbe dimostrato dalle sanzioni di cui si parla nel contratto, che per di più sarebbero anche salate (150 mila euro di multa).

Queste le motivazioni dell’avvocato nel presentare ricorso contro la Raggi, che potrebbe quindi essere dichiarata ineleggibile e spianare così la strada a Giachetti o a uno dei candidati di centro destra.

Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi: la risposta della candidata

Non si sconvolge la candidata dei 5 Stelle, che con molta tranquillità risponde al collega che la accusa. Su Twitter infatti è apparsa immediatamente la risposta:

Leggo di questo ricorso presentato da un avvocato che ha detto di avere la tessera Pd. Sono ridicoli, non sanno più cosa inventarsi.

L’avvocato Monello ha invece risposto che il ricorso da lui presentato è indipendente dalla sua adesione al Partito Democratico, ma scaturisce solo dal fatto che non vuole far cadere la sua città in mano ai poteri personali di Grillo e del suo staff. Coloro che appartengono ad uno staff politico devono potersi muovere in autonomia e non sottostare ai ricatti del leader di un movimento o di un partito.

Il contratto, specifica l’avvocato Venerando Monello, non è ammissibile, perché due privati cittadini si arrogherebbero il diritto di decidere non solo per il Sindaco della città, ma influirebbero anche la giunta. Conclude il suo esposto dicendo:

due privati cittadini che non ricoprono alcun titolo o specifica pubblica funzione che a ciò li possa in qualche modo legittimare, ed una società di capitali quale è la Casaleggio e associati, avocherebbero a sé tutte le scelte più importanti che i futuri amministratori, sindaco e giunta compresi, dovranno compiere. Dagli appalti pubblici, alla gestione delle municipalizzate, dal piano regolatore, alla revoca di un assessore, solo per fare alcuni esempi. Sarebbe la privatizzazione di Roma Capitale.

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