Monti intervistato a Ballarò, i temi: Financial Times, Avversari politici e programma di Governo

Nella puntata di ieri di Ballarò, Mario Monti è stato intervistato da Giovanni Floris.
Molte le domande poste al Professore le cui risposte, secondo alcuni, risentirebbero del clima elettorale.
Monti ne ha per tutti: Berlusconi, Bersani, Grillo, qualche accenno anche a Vendola e critiche nei confronti di Alfano.
Risponde anche a chi afferma che avrebbe perso l’appoggio del Financial Times.

Priorità all’indomani delle elezioni

Cominciamo dalla fine. Floris, in chiusura della trasmissione, domanda al Professore quali sarebbero i primi punti all’ordine del giorno se il voto popolare lo incoronasse Presidente del Consiglio.
Monti ribadisce che concentrerà la sua attenzione sulla riforma della legge elettorale, sulla riduzione del numero dei parlamentari e sulla modifica dell’articolo 5 della Costituzione.

Financial Times

Riferendosi ad un articolo di critica nei suoi confronti, Floris chiede al Professore se abbia effettivamente perso l’appoggio del Financial Times.
Nessun appoggio perduto o guadagnato, ribadisce il Premier uscente: il Financial Times esce tutti i giorni e pubblica gli articoli di svariati giornalisti, non è dunque strano che alcuni non siano d’accordo con il suo operato.
Nella mattinata, aggiunge Monti, ne era stato pubblicato uno a suo favore, ad esempio.

I commenti nei confronti dei suoi avversari

Monti dimostra di essere pienamente entrato in un clima da campagna elettorale.
Commenta con decisione le affermazioni rilasciate dai suoi competitori e non risparmia le critiche, rimarcando la propria distanza sia dal PDL che dal PD.
Ecco il sunto delle sue affermazioni.

• Berlusconi. Secondo Monti l’ex Premier pecca di incongruenza e per dimostrarlo presenta un comunicato nel quale Berlusconi affermava che quello del Professore era il migliore dei governi possibili.
  Queste affermazioni, sottolinea il leader del Governo tecnico, non sono state rilasciate al momento del suo insediamento, ma poco prima che il PDL decidesse di far cadere il Governo dei tecnici.
  In risposta alla prima domanda di Floris, Monti afferma di non avere la convinta (ma non convincente) capacità di manipolare la realtà che ostenta Berlusconi.

• Bersani. Monti afferma di non condividere l’ottimismo di Bersani di poter portare avanti l’attività di Governo al fianco di persone come Vendola e la Camusso. Nega anche ogni ipotesi di una sua eventuale connivenza con una simile coalizione che si preannuncia ostile ai suoi propositi riformatori.

• Grillo. Il Professore condivide con il Beppe nazionale la profonda sfiducia nei confronti delle coalizioni sedimentatesi attorno a PD e PDL, ma afferma che la sua ottica è decisamente più ottimistica.
  Non è il caso, secondo Monti, di dare puramente voce alla rabbia; sarebbe più utile un atteggiamento propositivo che permetta di offrire agli italiani una reale alternativa ai classici partiti.

• Alfano. È proprio contro il delfino di Berlusconi che Monti ostenta l’atteggiamento più caustico. Non si spende in lunghi discorsi nei suoi confronti ma lo cita en passant quasi a voler sottintendere la scarsa considerazione che gli tributa.
  Rimarca come l’agire di Alfano sia condizionato essenzialmente dagli umori del suo “Capo”, Silvio Berlusconi.

• Vendola. Il leader di SEL non viene considerato da Monti come possibile alleato. Pur riconoscendo la bontà di alcune posizioni del suo partito, per lo più legate a tematiche poco influenti nell’arena politica italiana come l’ecologia, ritiene che Vendola non sia compatibile con l’impronta riformatrice che il Professore vorrebbe imprimere ad un eventuale Governo.

• Fini e Casini. Gli attuali alleati di Monti godono del suo plauso perché, anche quando le riforme varate dal Governo tecnico hanno toccato gli interessi a loro vicini, non hanno sollevato barricate. Un atteggiamento responsabile, purtroppo non condiviso da PD e PDL.

Tasse

A Floris, che gli fa notare l’incongruenza tra l’operato fiscale del Governo tecnico e l’apertura nei confronti di un possibile abbassamento delle tasse, Monti risponde che non esisterebbe alcuna contraddizione.
Storicizza la prospettiva del proprio operato: oggi è possibile parlare di un abbassamento delle tasse proprio grazie ai sacrifici sostenuti in passato.

“Impresentabili” VS “impersuadibili”

Relativamente ai recenti sviluppi che hanno visto l’esclusione dalle liste del PDL di alcuni esponenti considerati impresentabili (il caso che ha fatto più notizia è senza dubbio quello di Nicola Cosentino che ieri ha tenuto una conferenza), Monti lamenta che si sia operato con il “contagocce” soppesando non tanto le problematiche legali dei candidati, quanto piuttosto il loro peso nei sondaggi.
Al contrario la lista Monti, che è andata a pescare tra importanti personalità della “società civile”, ha dovuto lottare affinché i prescelti si assumessero il fardello della candidatura. Questa schiera di “impersuadibili” rappresenterebbe un ulteriore prova di serietà della proposta di Governo montiana.

Riforme in due tempi?

Floris punzecchia il Professore in relazione alle riforme: il Governo tecnico era partito in quarta varando provvedimenti impopolari, primo fra tutti la riforma delle pensioni. Il presentatore fa però notare come lo sprint riformista si sia arenato subito dopo.
Monti afferma che non si sarebbe trattato di un cambiamento delle prospettive del Governo tecnico in relazione alle riforme, quanto di un mutato atteggiamento da parte dei partiti che lo appoggiavano: il PD e, soprattutto, il PDL.

Monti prenderà il rimborso elettorale?

Questa domanda è l’unica della lunga intervista di Floris che fa incespicare il Professore, che glissa abilmente e alla fine non dà una risposta chiara sull’argomento. Il problema sarebbero le spese della politica di per sé che Monti intende ridurre appena eletto, ma, effettivamente, non dice se il suo partito prenderà o meno il rimborso.