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Mercato auto: flessione immatricolazioni. Per la Fiat spiragli positivi

sabato 17 novembre 2012, di Valentina Pennacchio

Nuova flessione per il mercato automobilistico, uno di quei settori in cui la crisi economica, e la conseguente pressione fiscale, non risparmia colpi. I dati registrati dall’Acea, l’associazione europea dei produttori di auto, sono significativi. Si parla di un calo delle immatricolazioni pari al 4,6 % rispetto al mese di ottobre 2011 e del 7,3 % per quanto riguarda i primi mesi del 2012. Molti leader del settore, tra cui il marchio italiano Fiat, sono in affanno. In Italia si parla di un calo complessivo del 12 %.

La situazione in casa Fiat

Nonostante la contrazione rispetto alle vendite dell’anno passato, ci sono minimi segnali di ripresa in confronto al mese di settembre, in cui si è registrato un calo del 18,5%. Il gruppo torinese si riserva lo 0,6 % in più della quota di mercato per il mese di ottobre. Panda e 500 hanno un impatto importante. Insieme conservano un buon 30,3 % di vendite sul mercato.

Mercati stabili o in crescita

La flessione contenuta del mese di ottobre per la Fiat dipende anche dalla vendita su quei mercati che vivono una situazione di sostanziale stabilità, come la Germania e la Gran Bretagna.

Punto forte del commercio tedesco è il gruppo Volkswagen, leader in tutta Europa con una quota di mercato di poco inferiore al 26%. In generale, il mercato germanico registra uno 0,5 % in più rispetto al 2011. Importante il gruppo Daimler, che, tra gli altri, controlla anche Smart e Mercedes.

Posizione ben diversa quella del Regno Unito che schizza a + 12 %.

Nonostante questo trend positivo, protagonista assoluto del mercato auto europeo è l’Islanda, seguita dalla Danimarca, dove le immatricolazioni crescono, rispettivamente, del 62,7 % e del 22,7%.

Mercati in difficoltà

La crisi del mercato automobilistico è maggiore nel bacino meridionale dell’Europa.

In Francia il calo delle immatricolazioni è del 7,8 % (su cui incide un significativo calo della Renault del 21,2%), mentre in Spagna del 21,7%. Un risultato, quest’ultimo, che riflette, inevitabilmente, la situazione di disordine sociale, politico ed economico che il Paese vive da mesi. Un tracollo su cui incide anche l’aumento dell’Iva e che si cerca di contenere grazie alla politica degli incentivi. A fronte di ciò, peculiare e in controtendenza è il caso Fiat. Nonostante l’importante flessione del mercato spagnolo, il brand italiano aumenta il suo bacino d’utenza.

Caso eclatante quello dell’Olanda che perde il 38,4% delle immatricolazioni.

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