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Matteo Renzi: “pronto a candidarmi”. Bersani fuori dai giochi? Tutte le mosse di Renzi per arrivare alla premiership
giovedì 14 marzo 2013, di
Mentre l’Italia si appresta a conoscere i nomi dei presidenti di Camera e Senato c’è chi pensa già alle prossime elezioni.
Sembra infatti praticamente impossibile che questo Governo duri più di qualche mese e c’è chi inizia a prepararsi alla prossima tornata elettorale, come Matteo Renzi.
La sconfitta di Bersani
Il responso delle urne infatti non ha sancito solo l’ascesa del Movimento 5 Stelle e l’inaspettato recupero di Silvio Berlusconi, ma ha decretato anche uno sconfitto illustre: Pier Luigi Bersani.
Il PD aveva praticamente la vittoria in tasca. Dopo i vari scandali che avevano colpito il Cavaliere e il riscontro popolare e mediatico avuto dalle Primarie, sembrava praticamente fatta.
Tutti si aspettavano che il centrosinistra vincesse nettamente le elezioni e si accingesse a governare il Paese con una maggioranza forte e stabile. E invece è andata proprio al contrario.
Il PD è riuscito ad ottenere una vittoria mutilata che toglie qualsiasi tipo di possibilità di governare un’Italia allo sbando. Era impossibile perdere, Bersani, con questo risultato, c’è riuscito.
Adagiandosi sugli allori delle Primarie, ha messo in atto una campagna elettorale del tutto inadeguata, forte di preferenze che erano solo nominali e che il PD è riuscito a perdere di giorno in giorno senza far niente per evitarlo.
Il motto del PD è “vogliamo un Governo di cambiamento”, ma sono in molti a pensare che questo cambiamento debba avvenire in primis all’interno del partito. È proprio a questo livello che spunta il nome di Matteo Renzi.
Il comportamento di Renzi
Dopo la sconfitta alle Primarie, il sindaco di Firenze si è fatto da parte senza polemiche né veleni. Ha accettato il risultato delle urne ed è tornato nelle fila secondarie del suo partito, appoggiando il candidato Premier Pier Luigi Bersani.
Poi la sconfitta (o vittoria mutilata che dir si voglia) del PD, ma ancora una volta Renzi è sceso in campo per difendere l’operato del partito.
Ma è proprio in questo momento che cambia qualcosa. Il giovane leader toscano torna a far sentire la sua voce.
Nonostante le continue affermazioni di fedeltà, il sindaco di Firenze comincia ad aprirsi la strada verso la leadership del PD.
E lo fa attraverso due mosse concrete: le dichiarazioni ufficiali sulla rinuncia al finanziamento pubblico da parte del partito e il dossier sulle spese del PD, che molti, nonostante le smentite, attribuiscono proprio a lui.
Poi arrivano le dichiarazioni dirette su Bersani: “Spero ce la faccia, ma non ne sono più sicuro”.
L’intervista all’Espresso
Rompe gli indugi Matteo Renzi e lo fa attraverso un’intervista rilasciata a l’Espresso.
L’attuale legislatura sarà breve e lui ha già in mente un programma: abolizione del finanziamento ai partiti e un “job act” da presentare a breve.
Al giornalista che gli chiede se ha intenzione di cambiare partito, risponde:
“Sono rimasto nel Pd e con Bersani perché sono leale alla Ditta”,
ma aggiunge:
“in caso di elezioni, se ci fossero le condizioni, ci starei”.
Insomma è pronto a candidarsi come leader del PD e, nonostante la diplomazia, la sua volontà appare chiara.
Poi un po’ di ironia:
“Il mio modello è il sindaco d’Italia. Solo da noi il vincitore è oggetto di interpretazione: se alla Sistina si votasse con il Porcellum sarebbero eletti in quattro. E ora a venti giorni dal voto stiamo per infilarci nel rito nobile delle consultazioni. Ci mettono meno a fare il papa che il presidente della Camera.”