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Mattarella Presidente della Repubblica, le pagelle delle elezioni: vince Renzi, male Alfano, Berlusconi grande sconfitto

sabato 31 gennaio 2015, di Vittoria Patanè

Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Con 664 a favore su 1008 voti il Parlamento ha dunque eletto il nuovo Capo dello Stato.

Se volessimo dare delle pagelle ai leader politici e ai singoli partiti, i giudizi sarebbero i seguenti:

 Matteo Renzi grande vincitore. E’ riuscito ad eleggere in poco tempo un Presidente della Repubblica che gode di un favore trasversale, ha dimostrato abilità politica nel ricompattare al momento giusto un partito spaccato da forti dissidi interni, mandando allo stesso tempo un chiaro messaggio a quei cittadini che stavano perdendo fiducia nel Partito Democratico (come dimostranoi sondaggi più recenti). Voto: 10

 Tiene duro il Movimento 5 Stelle che con i 127 voti a Ferdinando Imposimato (figura più che meritevole, lo sottolineiamo) dimostra unità e coerenza, nonostante le defezioni dell’ultima ora e le polemiche relative all’attacco nei confronti di Sergio Mattarella. Voto: 7

 il Presidente Emerito Giorgio Napolitano ha avuto un ruolo importante all’interno di queste elezioni. Fautore della candidatura di Mattarella, ha cercato di ricompattare le varie fazioni dopo la presa di posizione di Matteo Renzi. Sembra sia stato proprio lui a convincere Angelino Alfano a votare per il candidato del PD. La sua autorevolezza continua a sentirsi, nonostante le dimissioni. Voto: 7

 Ennesima figuraccia per il ministro dell’Interno Angelino Alfano che, ancora una volta, dimostra di non avere la lucidità politica di prendere delle scelte importanti al momento giusto. In un primo momento NCD avrebbe dovuto seguire la linea dura di Forza Italia e uscire dall’Aula, poi il partito sembrava propendere per la scheda bianca. Infine (pare dopo una strigliata, smentita, del Presidente del Consiglio) la decisione di votare per Sergio Mattarella. Le parole che il leader del partito ha utilizzato per spiegare il capovolgimento di fronte non hanno convinto né i cittadini, né i giornalisti, né tantomeno i suoi rappresentanti. Il risultato? Il capogruppo di Area popolare al Senato, Maurizio Sacconi, ha presentato le sue dimissioni da presidente. Stessa decisione per Barbara Saltamartini, che ha deciso lasciare il ruolo portavoce di Ncd. Un partito che nel corso di questi mesi ha perso voti su voti e che, dopo l’ennesima prova di mancanza di unità e profonda incoerenza, sembra destinato a non avere vita lunga. Voto: 4

 Cola a picco Forza italia. Se c’è uno sconfitto in queste elezioni, quello è Silvio Berlusconi. Lontano da Roma per motivi giudiziari, l’ex Cavaliere non si aspettava il "tradimento" di Matteo Renzi. Una volta arrivato, la rabbia non gli ha permesso di reagire per tempo e prendere le decisioni giuste. Non si sa ancora se il Patto del Nazareno sopravviverà o no a queste elezioni, ma prima c’è da chiedersi quale sarà il futuro di Forza Italia. Un partito che, alla vigilia delle elezioni, i sondaggi davano al 13%, percentuale che lo colloca al secondo posto nel centrodestra (Lega Nord 13,8%), sancendo un cambiamento di leadership che potrebbe essere storico. Le votazioni di questi giorni, dimostrano sempre di più una perdita di lucidità da parte di Silvio Berlusconi e una mancanza di iniziativa da parte dei suoi fedelissimi. Avrebbero dovuto votare tutti scheda bianca, ma numeri alla mano, oggi nel segreto dell’urna si sono palesati 30 - 40 franchi tiratori che hanno inferto un duro colpo a quello che rimane di un partito in discesa. Senza voler essere troppo catastrofici, Forza Italia avrà la possibilità di riprendersi nel prossimo futuro. La partita delle riforme è ancora aperta e i voti dei berlusconiani rimangono fondamentali. Sarà in quei momenti che si capirà quale sarà il futuro di FI e del suo leader. Voto: 3.

 Lega Nord praticamente inesistente nel corso di queste elezioni. La linea era chiara: votare Vittorio Feltri. Peccato che un partito che mira a conquistare la leadership del centrodestra, con un leader come Matteo Salvini che sta facendo di tutto per conquistare un ampio consenso popolare, avrebbe dovuto dimostrare in un’occasione come questa maggior carattere e maggior incisività. Giocando bene questa partita, avrebbero potuto dare un segnale di grande forza, invece i leghisti hanno preferito rimanere in panchina, perdendo una grande, grandissima occasione. Voto: N.C.

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