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MPS minacciata dall’UE: se non ripagherete i Monti – Bond, ancora licenziamenti

mercoledì 5 marzo 2014, di Vittoria Patanè

Monte dei Paschi di Siena si trova ad un bivio. Bruxelles non ha intenzione di lasciar correre e i patti dovranno essere rispettati. Se la banca non riuscirà a produrre gli utili necessari per ripagare i Monti – Bond, dovrà procedere ad ulteriori tagli. E a rimetterci saranno nuovamente persone incolpevoli perché tagliare significa anche e soprattutto licenziare altri dipendenti.

L’Unione Europa è stata molto chiara: le cedole annuali pari al 9% lordo dovranno essere rimborsate. Non ci sono se e non ci sono ma.
Nel caso in cui le cose non andassero secondo il piano varato dall’istituto senese dunque, MPS dovrà correre ai ripari:

"tagli addizionali di spese amministrative e del personale sarebbero necessari, fino a compensare il deficit con gli obiettivi di redditività al 2015 e 2016".

Lo stesso scenario potrebbe presentarsi nel caso in cui la commissione di vigilanza non permettesse ai vertici di ripagare le cedole per evitare di compromettere la stabilità patrimoniale del gruppo.

Ricordiamo inoltre che il piano varato dalla banca prevede già una riduzione cospicua delle spese sul personale pari al 20% - 30%, una percentuale altissima. 1 dipendente su 3 potrebbe perdere il proprio posto di lavoro.

Le altre condizioni
Joaquin Almunia, firmatario del documento in questione, ha stabilito anche altre condizioni che MPS dovrà rispettare per ripagare i propri debiti:

  • divieto di acquisizioni
  • divieto di distribuzione dei dividendi,
  • divieto di utilizzare i soldi provenienti dagli aiuti per iniziative pubblicitarie.

Da sottolineare che il piano di MPS prevede che il rimborso dei Monti – Bond avvenga con la seguente tempistica:

  • 3 miliardi nel 2014,
  • 600 milioni nel 2015,
  • 150 milioni nel 2016,
  • 321 milioni nel 2017.

Bruxelles applicherà un margine di tolleranza pari al 10%, sforato questo, si dovrà correre ai ripari.
I tre miliardi di quest’anno dovrebbero arrivare grazie alla ricapitalizzazione approvata a gennaio che però partirà solo dal prossimo maggio. Così ha deciso la Fondazione guidata da Antonella Mansi che nel frattempo mira a ridurre la propria quota di partecipazione nella banca.

Derivati
La Commissione europea è tornata anche sulla questione derivati. Ricordate gli ormai celeberrimi Alexandria e Santorini che hanno dato il via allo scandalo MPS?

Il Codacons aveva infatti chiesto che queste operazioni fossero contabilizzate in bilancio come derivati. Bruxelles, dopo aver valutato la proposta ha concluso che

“l’impatto sarebbe molto piccolo, e non tale da intaccare il capitale regolamentare minimo della banca”.

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