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La Tasi ci costerà più dell’IMU: e i tagli alle tasse che fine fanno?
lunedì 21 ottobre 2013, di
Tagliare l’IMU per istituire un’imposta più equa e meno pesante per i cittadini. Sono mesi e mesi che rappresentanti di Governo e Parlamento non parlano d’altro. Da un lato e dall’altro di Montecitorio è stato un susseguirsi di comunicati, minacce ed interviste di fuoco.
La nuova Legge di Stabilità avrebbe dovuto sistemare tutto, avrebbe dovuto far si che cittadini oberati da anni e anni di tassazione folle riuscissero finalmente, dal 2014, a respirare un po’ e a tenersi in tasca qualcosa per arrivare alla fine del mese.
E invece? Invece potrebbe verificarsi l’esatto contrario. Conti alla mano infatti, la Tasi, la nuova tassa che dovrebbe sostituire l’IMU, potrebbe essere più pesante della vecchia e di conseguenza, gravare ancora di più sulle finanze dissestate degli italiani.
Andiamo a vedere, numeri alla mano, il perché.
Tasi
La tasi è il nuovo tributo che, secondo il Governo, dovrebbe mandare definitivamente in pensione la tanto odiata IMU. L’aliquota standard sarà dell’1 per mille il che, a conti fatti, porterà nelle casse dei comuni ben 3.764 milioni, ben 433 milioni in più dell’IMU che invece garantiva un gettito pari a 3.331 milioni grazie ad un’aliquota del 4 per mile.
Questi calcoli non tengono però in considerazione un’opzione fondamentale: l’aliquota all’1 per mille non è fissa, ma è un’aliquota base che ogni Comune ha la possibilità di aumentare fino al 2,5 per mille per le abitazioni principali e fino al 2,3 per tutti gli altri immobili soggetti a tassazione.
Detto ciò non è difficile immaginare come il gettito proveniente dalla Tasi possa crescere in relazione agli aumenti dell’aliquota stabiliti di volta in volta.
Da 3.764 milioni di euro di gettito base con un’aliquota all’1 per mille si potrebbe arrivare a 9 miliardi di euro con le maggiorazioni.
L’aumento
I 433 milioni di gettito base in più ricavati dal Governo con la nuova Tasi derivano da un piccolo particolare esistente in passato e totalmente nella nuova Legge di Stabilità.
La regolamentazione IMU prevedeva infatti che chiunque avesse un figlio convivente sotto i 26 anni d’età potesse godere di un bonus da 50 euro fino alla fine del 2013.
All’interno della “Finanziaria 2014” questo piccolo particolare non c’è, il che permette alle casse dello stato di guadagnare 400 milioni in più rispetto al passato.
Quanto ci costerà?
Considerando un’aliquota dell’1 per mille, e quindi non tenendo conto di possibili aumenti, si arriva a due differenti considerazioni, la prima riguardante la Tasi sulle abitazioni principali, la seconda la Tasi sugli altri immobili:
- Tasi sulle abitazioni principali: l’IMU escludeva 5 milioni di prime case poiché esse venivano considerate di “scarso valore catastale”. La Tasi invece includerà anche queste, allargando la base imponibile soggetta al tributo.
- Tasi sugli altri immobili: i proprietari di “altri immobili” pagheranno di più, poiché c’è il pericolo che all’aliquota dell’1 per mille della Tasi si aggiunga l’IMU che, come ricorderete, non è stata abolita solo per l’abitazione principale. Il risultato sarà che i proprietari degli immobili pagheranno 42 euro in più rispetto al passato. Su ogni 100mila euro di valore catastale i proprietari potranno dedurre 58 euro (detrazione Ires-Irpef del 20%). La Tasi però produce un aumento sugli immobili strumentali di ben 100 euro. Basta una semplice sottrazione per capire il risultato.
La risposta del MEF
Questi calcoli erano stati diramati ieri da “Il Sole 24 ore” e dagli altri organi di stanza. In mattinata è arrivata la risposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze:
«Con riferimento ai confronti tra la nuova imposta Tasi e l’Imu sull’abitazione principale, comparsi oggi su alcuni organi d’informazione si ritiene opportuno fornire alcuni chiarimenti. Il confronto tra la Tasi (tassa sui servizi indivisibili erogati dai Comuni) e le imposte contemplate nell’attuale ordinamento deve prendere in considerazione non soltanto l’Imu ma anche la componente della Tares relativa ai servizi indivisibili. Il gettito previsto dalla Tasi ad aliquota standard (1 per mille) pari a circa 3,7 miliardi è quindi inferiore al gettito pari a circa 4,7 miliardi oggi garantito - ad aliquota standard - dall’IMU sull’abitazione principale e dalla Tares servizi indivisibili, entrambe abolite. Il minor gettito per i comuni è compensato da trasferimenti dallo Stato».