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La Germania rischia il downgrade. Cosa minaccia la tripla A di Berlino?

martedì 17 dicembre 2013, di Federica Agostini

Anche la Germania potrebbe perdere il proprio status da tripla A con un downgrade da parte delle agenzie di rating? Su Project Syndicate, Sylvester Eijffinger docente di economia finanziaria, esamina il caso individuando i potenziali rischi che corre l’economia teutonica e che potrebbero costargli un taglio del rating, proprio com’è accaduto per la Francia prima e l’Olanda dopo.

La Sinterklaas olandese, il regalo di S&P

Il 5 dicembre, in Olanda si festeggia il Sinterklaas, una festa tradizionale durante la quale ci si scambiano sorprese, ma quest’anno per gli olandesi la sorpresa è arrivata in anticipo e nella forma di un downgrade apportato dall’agenzia di rating Standard & Poor’s che ha strappato ai paesi bassi lo status di tripla A.

Il governo olandese ha reagito al downgrade più o meno come fece quello francese quando un paio d’anni fa perse il rating AAA. Non c’è bisogno di allarmismo, dissero i funzionari francesi, perché le altre grandi agenzie (Moody’s e Fitch) stavano mantenendo intatto il rating sul debito sovrano. Tuttavia, quest’anno la Francia ha perso la tripla A anche da Moody’s e Fitch, mentre S&P ha apportato un nuovo downgrade sul debito.

A dirla tutta, i Paesi Bassi hanno più di una ragione per preoccuparsi, specialmente considerando che apparentemente stanno facendo tutto nel modo giusto. Quando la Francia subì il downgrade, il debito pubblico superava il 90% del PIL e il governo aveva espressamente detto che non avrebbe messo a repentaglio la crescita sul medio termine per occuparsi del deficit di bilancio. Ma nei Paesi Bassi la situazione è differente, il rapporto deficit/Pil è al 74% circa e il piano del governo punta a ridurlo.

Il club della tripla A

Questo avvenimento è piuttosto preoccupante per l’economia più importante della zona Euro -la Germania- che, insieme alla Finlandia, è attualmente una degli unici paesi dell’eurozona che mantengono un rating di tripla A con la Standard&Poor’s (anche il Lussemburgo fa parte dei paesi top rating, ma il fatto che sia un centro finanziario così importante lo rende un caso unico).

Le economie di Germania e Paesi Bassi sono intimamente legate; l’economia olandese è fortemente dipendente da quella della Germania. Per decenni infatti, la politica monetaria dell’Olanda è stata basata su quella della Germania, nel tentativo di mantenere stabile il tasso di cambio tra il Fiorino Olandese ed il Marco Tedesco.

Allo stesso modo, entrambi i paesi hanno a lungo enfatizzato l’importanza di mantenere basso il debito pubblico ed il deficit. I Paesi Bassi sono stati il più fedele alleato della Germania in fatto di decisioni fiscali, economiche e monetarie in Europa. Furono proprio Germania e Paesi Bassi i promotori del Patto di Stabilità e Crescita.

Il debito pubblico della Germania è più alto di quello dei Paesi Bassi, specialmente se si considera che l’Olanda ha una fornitura di gas che rappresenta oltre il 20% del PIL e fondi pensionistici per circa 1000 miliardi di Euro. Sebbene la situazione fiscale in Germania sia migliore che in Olanda, grazie alle performance economiche che le hanno permesso di distinguersi durante gli anni della crisi, ad oggi l’output inizia ad essere incerto minacciando di indebolire considerevolmente la robustezza dell’economia teutonica.

Rischi, ovvero come la Germania può perdere la tripla A

Tra le ragioni che hanno motivato il downgrade dei Paesi Bassi, S&P ha citato l’indebolirsi delle prospettive di crescita del paese. L’economia olandese si è contratta dell’1.2% quest’anno e per il prossimo si prevede che possa crescere per un mero 0.5%. Ma le prospettive della Germania non sono poi migliori. Anche se la Bundesbank ha previsto un tasso di crescita dell’1.8% per il prossimo anno, sappiamo che si tratta di un dato piuttosto incerto. Nel medio termine, inoltre, la Germania dovrà affrontare una maggiore sfida rispetto all’Olanda: l’invecchiamento della popolazione.

Un altro elemento potenzialmente destabilizzante sono i costi che comporta il salvataggio dell’Euro che, in caso di una nuova escalation della crisi, potrebbe certamente essere mandato in orbita. Considerando che Germania e Paesi Bassi hanno fornito le garanzie maggiori, questi paesi rischiano un sostanziale aumento del debito pubblico.

Inoltre, la politica in Germania si avvia verso una nuova fase di coalizione tra Cristiani Democratici e Social Democratici che governeranno il paese per i prossimi 4 anni. Molti tedeschi supportano il nuovo governo tedesco ed altri paesi ritengono che sia un vantaggio per l’Europa. Tuttavia, c’è il rischio che le visioni divergenti dei due partiti su come gestire e curare l’Eurozona possano creare delle frizioni interne. Solo per fare un esempio, i Social Democratici supportano gli Eurobond di cui, al contrario, i Cristiani Democratici sono stati veementi oppositori.

Più in generale, il potenziale beneficio di questa coalizione -ovvero il forte supporto al governo in parlamento- potrebbe rivelarsi controproducente in una situazione di conflitto tra i partiti che impedirebbe ogni tipo di riforma. Ancora una volta, il ritardo di riforme come l’introduzione del salario minimo potrebbero frenare ulteriormente le performance economiche.

Considerando questo outlook economico nel medio termine ci accorgiamo che tra Paesi Bassi e Germania ci sono delle somiglianze. Il downgrade dell’Olanda dovrebbe essere considerato a Berlino come un campanello d’allarme: la tripla A non è al sicuro. Se l’efficienza economica e politica, così come la forza fiscale della Germania verranno messi in pericolo, il downgrade sarà solo questione di tempo.

 Libera traduzione da Project Syndicate: Germany’s Coming Downgrade

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