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L’economia globale rallenta, ma cresce l’esercito dei ricchi. Nel 2013 +19% di milionari
martedì 10 giugno 2014, di
L’economia globale è in frenata rispetto all’andamento galoppante di qualche anno fa; è in costante aumento il livello di povertà in molti paesi del globo, ma allo stesso tempo, le fila dell’esercito dei ricchi si ingrassano sempre di più. Questo in breve il risultato del rapporto Global Wealth di Boston Consulting, secondo cui il rallentamento della crescita globale nel 2013 sarebbe andato di pari passo con un boom di famiglie milionarie nel mondo.
Boom 2013
Il rapporto sul 2013 arriva all’incirca alla stessa conclusione a cui è arrivato Thomas Piketty nel suo libro ll capitale nel Ventunesimo secolo ormai diventato un best seller a tema economico. Semplificando, Piketty afferma che nel XXI secolo i rendimenti del capitale sono maggiori della crescita dell’economia reale e quindi i ricchi diventeranno sempre più ricchi e la disuguaglianza aumenterà. Non solo i ricchi sono sempre più ricchi, ma secondo il rapporto Global Wealth, anche più numerosi.
Nel 2013 secondo il rapporto di Boston Consulting le famiglie ricche sono aumentate su scala mondiale del 19%; dallo scorso anno il mondo vede 2,6 milioni di famiglie milionarie in più. Le famiglie milionarie rappresentano l’1,1% del numero totale, pari a 16,3 milioni di unità.
Dove sono i ricchi?
Dei 2,6 milioni di famiglie ricche in più a livello globale, oltre un milione si trova negli Stati Uniti che si confermano il paese con crescita annua più veloce di milionari. Nel 2013 l’America ha registrato un +1,1 milione di famiglie ricche in più, toccando così la cifra record di 7,135 milioni.
L’America ha il tasso di crescita di milionari più alto, ma il paese con la densità di ricchi più alta è decisamente il Qatar dove 175 famiglie ogni 1.000 sono milionarie. Al secondo posto in termini di densità si trova la Svizzera con 127 famiglie su 1.000, e al terzo Singapore con 100 su 1.000.
In Cina il numero delle famiglie milionarie è volata a quota 2,4 milioni, nel 2013, da 1,5 milioni nel 2012, mentre quella del Giappone è scesa di 300.000 unità a 1,2 milioni, causa il calo dello yen nei confronti del dollaro.
Per approfondire: Il Capitale nel XXI secolo: Thomas Piketty e la sua storia della disuguaglianza