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Juve, ’Ndrangheta e ultras: tutta la vicenda che imbarazza Andrea Agnelli
giovedì 16 marzo 2017, di
Juve, ‘Ndrangheta e ultras: tutte le fasi della vicenda dei biglietti dati dalla società ad alcuni tifosi in cambio della “pace in curva”, una questione che sta imbarazzando non poco Andrea Agnelli che a breve sarà ascoltato dalla Commissione Antimafia.
L’inchiesta della Procura di Torino sull’infiltrazione del clan della ‘Ndrangheta Pesce-Bellocco nel Nord del Piemonte si è conclusa con il rinvio a giudizio di 16 esponenti della cosca, ma la Commissione Antimafia vuole vederci chiaro sui rapporti tra la Juventus e gli ultras.
Una vicenda questa scoppiata lo scorso luglio con l’inchiesta denominata Alto Piemonte, dove emerse come alcuni esponenti della ‘Ndrangheta fossero riusciti ad infiltrarsi nella curva della Juve, riuscendo dalla società ad ottenere biglietti gratis che poi venivano venduti a prezzi esorbitanti.
Nessun dirigente della Juventus è risultato penalmente coinvolto, ma la Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi ha appena ascoltato in audizione l’avvocato della Juve Luigi Chiappero e la Figc ha richiesto tutte le carte per vedere se c’è stata una violazione del codice della giustizia sportiva.
Ripercorriamo allora tutte le fasi di questa intricata vicenda, che vede coinvolti la Juventus, la ‘Ndrangheta e alcuni pseudo ultras, più interessati a fare business che a sostenere la loro squadra del cuore.
Juve e ‘Ndrangheta: l’inchiesta Alto Piemonte
Nella calda estate 2016 è soprattutto il calciomercato Juventus a tenere banco nei titoli dei giornali. La telenovela del passaggio di Gonzalo Higuain dal Napoli ai bianconeri ha tenuto col fiato sospeso milioni tifosi, fino a quando il trasferimento si è concretizzato realmente.
Il 1 luglio però arriva un’altra notizia, inizialmente passata un po’ in sordina che però pian piano ha assunto contorni sempre più inquietanti. La Procura di Torino in quella data mette a segno 18 arresti contro altrettanti esponenti del clan della ‘Ndrangheta Pesce-Bellocco.
L’inchiesta denominata Alto Piemonte, fece emergere le attività criminali degli affiliati alla cosca che operavano da tempo nella zona, con gli 84 reati d’accusa che andavano dall’associazione mafiosa al tentato omicidio.
Tra gli arrestati finì anche Rocco Dominello, fondatore del gruppo ultras juventino I Gobbi e che secondo gli inquirenti sarebbe un affiliato al clan. Seguendo proprio le attività dell’uomo la Procura di Torino ha scoperto il business dei biglietti.
Juve, ‘Ndrangheta e ultras: i biglietti gratis
La Procura di Torino fornisce una ricostruzione ben precisa di tutta la vicenda. Nel 2013 il clan della ‘Ndrangheta Pesce-Bellocco decide di infiltrarsi nella curva dei tifosi bianconeri, che da poco hanno la nuova casa dello Juventus Stadium.
Rocco Dominello quindi decide di fondare il gruppo ultras I Gobbi, riuscendo così ad entrare nella Curva Scirea. Qui però entra in gioco un’altra figura importante, quella di Fabio Germani, fondatore della fondazione no profit Bianconeri d’Italia e anche lui arrestato e poi rilasciato nell’inchiesta con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Fabio Germani secondo gli inquirenti sarebbe stato il tramite per far entrare in contatto Rocco Dominello con Alessandro D’Angelo, il security manager della Juventus. L’aggancio riesce, e una intercettazione tra Dominello e D’Angelo del febbraio 2014 fa capire che sorta di accordo i due avessero fatto.
Io voglio che voi state tranquilli e che noi siamo tranquilli e che viaggiamo insieme, allora se il compromesso è questo a me va bene! Se gli accordi saltano, ognuno faccia la propria strada.
Queste sono state le parole che D’Angelo ha detto a Dominello, che secondo gli inquirenti volevano significare che se non si fosse perpetuata la pax in curva, l’accordo sarebbe saltato, ovvero la dotazione gratuita di alcuni biglietti da vendere.
Il periodo infatti era quello di un Juve-Torino, dove i tifosi della Juventus avevano paventato uno sciopero. Alla fine tutto rientrò probabilmente per il buon esito della trattativa.
Subito dopo gli arresti dell’inchiesta Alto Piemonte, avvenne anche un altro fatto di cronaca. Raffaello Bucci, storico ultras bianconero dei Drughi e da qualche tempo assunto dalla Juventus con il ruolo di tramite tra i tifosi e la società, si suicida lanciandosi da un cavalcavia.
Secondo gli inquirenti, Bucci potrebbe essere stato minacciato da qualcuno e la sua ex moglie ha confidato come l’uomo fosse dentro il business dei biglietti omaggio, dal quale ricavava anche cospicue somme di denaro.
Alla fine, nessun dirigente della Juventus è stato coinvolto nell’inchiesta giudiziaria che è giunta al termine con il rinvio a giudizio di 16 persone.
La Figc però ha preso in mano le carte dell’inchiesta per vedere se ci siano state violazioni del codice della giustizia sportiva, con il procuratore federale Giuseppe Pecoraro che ha tirato in ballo anche Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta.
La Juventus dal canto suo ha respinto sempre ogni accusa, con la linea difensiva del club che è stata chiarita anche dall’avvocato della società Luigi Chiappero, ascoltato dalla Commissione Antimafia che vuole vederci chiaro sulla vicenda anch’essa.
Chiappero ha dichiarato che D’Angelo dava questi biglietti omaggio a Dominello, ma che non avevano la minima idea che questo fosse legato ad una associazione criminale.
Nei prossimi giorni anche Andrea Agnelli verrà ascoltato dalla Commissione Antimafia, con questa vicenda che sta creando non poco imbarazzo alla Juventus proprio nel momento in cui la squadra sul campo sta marciando spedita sia in campionato che in Europa.