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Il Sole 24 Ore non splende più: i numeri della crisi e le prospettive future

martedì 4 ottobre 2016, di Antonio Atte

La società che controlla il primo quotidiano economico-finanziario italiano, Il Sole 24 Ore - di proprietà di Confindustria, l’organizzazione che rappresenta gli industriali del Belpaese -, naviga in cattive acque. E la semestrale approvata venerdì scorso è lo specchio della crisi nella quale è piombato il giornale di via Monte Rosa.

Il gruppo 24 Ore ha archiviato i primi sei mesi del 2016 con un passivo di circa 50 milioni di euro (49,8 mln), presentando un patrimonio netto pari a 28,2 milioni, con una diminuzione di 59 milioni rispetto al patrimonio netto del bilancio consolidato al 31 dicembre dello scorso anno, che ammontava a 87,2 milioni di euro.

Su ricavi per 151,8 milioni di euro si ha un margine operativo lordo (ebitda) negativo per 19,7 milioni di euro (nel primo semestre del 2015 era negativo per 2,8 milioni) e un risultato operativo (ebit) negativo per 36 milioni, mentre l’anno precedente era stato negativo per poco più di 10 milioni di euro.

Inoltre, i debiti netti sfiorano i 30 milioni. I costi diretti e operativi, invece, risultano pari 109,1 milioni, in calo di 9,7 milioni rispetto al primo semestre 2015 rideterminato.

Crisi Sole 24 Ore: il comunicato dei dipendenti

Tra precariato e contratti di solidarietà il futuro dei dipendenti del gruppo Sole 24 Ore appare tutt’altro che roseo. Nel duro comunicato diffuso il 30 settembre, i dipendenti del giornale hanno scritto:

“Quello sin da ora evidente è un fallimento su più livelli. La strategia, quella dell’espansione dei volumi, sia sul digitale sia sulla carta, con marginalità assai dubbia; anzi, a vedere i risultati, ovviamente oggetto di confronto, negativa. La governance, quella formale con il pasticcio delle deleghe esecutive sovrapposte tra presidente e amministratore delegato, con conseguente difficoltà a identificare il capoazienda e quella sostanziale, con l’impropria assunzione di un ruolo manageriale da parte di chi manager non è. La proprietà, con un’associazione degli imprenditori che ha lasciato gestire il suo asset principale con logiche tutt’altro che imprenditoriali; da ‘basso impero’ piuttosto”.

Crisi Sole 24 Ore: le dimissioni di Squinzi e di altri 5 consiglieri

Dopo la pubblicazione dei dati semestrali sono arrivate le dimissioni del presidente del gruppo editoriale Giorgio Squinzi (già a capo di Confindustria prima dell’arrivo di Vincenzo Boccia) insieme a quelle di altri consiglieri (Pesenti, Chiassarini, Parzani e Pomodoro, ai quali si è aggiunto un quinto, Colaiacovo).

Il 2 ottobre il consiglio d’amministrazione del Sole 24 Ore si è riunito a Milano e ha nominato Carlo Robiglio presidente e Luigi Abete vice-presidente. Entrambe le nomine saranno pro-tempore fino alla prossima assemblea, fissata per il 14 novembre in prima convocazione e per il 21 novembre in seconda. Il cda ha inoltre confermato la “massima fiducia” all’amministratore delegato Gabriele Del Torchio.

Crisi Sole 24 Ore: aumento di capitale in vista

Il numero uno degli industriali, Vincenzo Boccia, ha ribadito più volte che il Sole 24 Ore rimarrà di Confindustria, la quale considera il quotidiano una grande priorità e per questo si appresta a iniettare capitale fresco per ripianare i conti di via Monte Rosa e a varare un nuovo, grande piano di rilancio.

In attesa del prossimo consiglio generale del 12 ottobre, i vertici di Confindustria lavorano a una lista di nomi per il nuovo cda che - assicura Boccia - “sarà all’altezza degli obiettivi che abbiamo”.

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