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IMU terreni agricoli 2015: le scadenze del 21 e del 26 Gennaio e gli scenari possibili
lunedì 19 gennaio 2015, di
A una settimana esatta dalla scadenza, fissata dal Governo, per il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli 2015, sono ancora molti i dubbi che assillano contribuenti e i possibili esiti di una complicata vicenda fiscale che potrebbe ancora essere soggetta a importanti novità a causa di due appuntamenti in calendario per questa settimana: il Consiglio dei Ministri di domani che potrebbe mettere in campo nuove modifiche alla disciplina del tributi o anche un’ulteriore proroga e il pronunciamento del TAR (21 Gennaio) che dovrà prendere una decisione definitiva in merito, dopo la sospensione, temporanea, del tributo.
I precedenti
- La necessità di una nuova tassazione per i terreni agricoli collocati in comuni totalmente o parzialmente montani nasce nell’Aprile 2014 quando, per reperire le coperture necessarie al finanziamento del bonus da 80 euro, viene prevista dal decreto legge sul bonus Irpef, la nuova tassazione, necessaria per reperire 350 milioni di euro. Al decreto legge non segue però il decreto attuativo (ministeriale) che dovrebbe indicare tempi di pagamento e soggetti interessati dal nuovo tributo, quindi, il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli viene posticipato a Dicembre, in concomitanza con il pagamento del saldo di tutti gli altri tributi sulla casa (Imu e Tasi).
- Il decreto attuativo del MEF che disciplina la nuova IMU sui terreni agricoli arriva il 28 Novembre scorso e prevede che il pagamento del nuovo tributo:
- è obbligatorio per tutti i contribuenti che possiedono terreni situati in comuni al di sotto dei 280 metri sul livello del mare;
- è dovuto dai contribuenti che possiedono terreni in comuni collocati tra i 281 e i 600 metri sul livello del mare, anche se in questo caso sono esentati dal pagamento i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali (IAP);
- non è dovuto da tutti i contribuenti che possiedono terreni in comuni al di sopra dei 601 metri sul livello del mare;
- La norma genera, tuttavia, una valanga di proteste dovute non solo ai tempi di emanazione eccessivamente stretti (la scadenza originaria era fissata al 16 Dicembre) ma anche ai criteri di individuazione dei contribuenti interessati che non tenevano conto della reale altitudine dei terreni ma prendevano in considerazione l’altitudine del centro cittadino. L’effetto è quello di una proroga del pagamento del tributo, posticipato al 26 Gennaio, in ossequio alla normativa europea che prevede tempi di copertura stretti per la copertura economica di risorse già stanziate (nel caso specifico stanziate per l’assegnazione del bonus 80 euro).
- Il 23 Dicembre scorso il TAR del Lazio sospende il decreto attuativo, e quindi l’effettivo pagamento del tributo, rinviando al 21 Gennaio una decisione definitiva in merito e motivando la sospensiva con
- l’assoluta incertezza dei criteri applicativi;
- l’irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene;
Cosa può accadere ora?
- Il Governo potrebbe decidere di non prendere decisioni in merito domani, lasciando campo libero alla decisione che il TAR dovrà prendere Mercoledì prossimo, nella speranza che i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio promuovano in extremis il decreto;
- Il Governo potrebbe decidere di non prendere decisioni in merito domani e trovarsi di fronte all’effettiva bocciatura del tributo da parte del TAR, il giorno seguente. In questo caso i 350 milioni di nuove entrate, preventivate dal Governo sull’IMU sui terreni agricoli, determinerebbe un effettivo buco di bilancio che non sarebbe consistente in termini assoluti, dal momento che il bilancio dello stato è valutato a circa 800 miliardi, ma che, metterebbe a serio rischio il vincolo del 3% del rapporto Deficit/Pil, previsto dai parametri europei;
- Il Governo potrebbe procedere domani a una ridefinizione dei parametri previsti per il pagamento dell’IMU agricola, utilizzando la classificazione sintetica dei Comuni operata dall’Istat, in base alla quale sarebbero sempre distinti, in base però a nuovi criteri, comuni montani (esenzione totale), parzialmente montani (esenzione per soli coltivatori diretti e IAP) e non montani (nessuna esenzione). In base al nuovo parametro, tuttavia, resterebbero comunque consistenti problemi sia a livello di bilancio che di rapporti con il contribuente. Sotto il primo rispetto, infatti, sarebbero racimolati solo 260 milioni e non più 350, come previsto inizialmente, con conseguente buco di bilancio da sanare ridotto a 80-90 milioni di euro. Nel secondo rispetto, verrebbero messi in campo criteri di determinazione di un tributo a 4 giorni dalla data del suo effettivo pagamento, in totale contrasto con quanto previsto dallo Statuto del Contribuente.
La questione dell’IMU sui terreni agricoli non sarà comunque chiusa né dopo il Consiglio dei Ministri di domani, né dopo il 21 Gennaio (pronunciamento del TAR), né dopo il 26 Gennaio (ipotetica scadenza del tributo), dal momento che è stata accolta un’ulteriore sospensiva per la cui decisione in merito è stata fissata la data del 4 febbraio 2015.
